“Francesca è come il suono del vento tra le foglie degli alberi”. È la frase più bella contenuta all’interno di uno dei cortometraggi vincitori (Il Passo della Formica) della VIII edizione della manifestazione internazionale “Esportiamoci. Un percorso per una salute non solo mentale”, tenutasi al Marinagrande di Viserba nella prima settimana di settembre.
La frase, utilizzata per descrivere una giovane ragazza affetta da una malattia genetica rara, racchiude una speciale bellezza, simile a quella che coloro che hanno partecipato a questo evento di sport e cinema in spiaggia (persone con disagio mentale più o meno significativo), hanno portato qui, tra gli ombrelloni. Mentre li osservavi giocare a beach volley o li guardavi davanti ai cortometraggi presentati dalle loro associazioni di cui spesso erano gli stessi attori, percepivi questa bellezza, fatta di delicatezza ed insieme forza, consapevolezza dei propri limiti e voglia di farcela. Il film stesso Si può fare con Claudio Bisio protagonista è stato proiettato per sottolineare questa filosofia.
L’Anpis (Associazione Nazionale Polisportive per l’Integrazione Sociale) insieme al Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl riminese e all’assessorato allo Sport del Comune hanno dato prova di come, insieme, si possano realizzare eventi importanti per chi vi partecipa ma anche per chi fa loro da spettatore.
“Lo sport aiuta a stare meglio ed è un ottimo strumento di inclusione sociale. – ha affermato l’assessore allo Sport del Comune di Rimini, Donatella Turci, durante la conferenza di presentazione – Benvengano dunque manifestazioni come questa”.
Anche il Presidente della Circoscrizione 5, Fabio Betti, ha voluto evidenziare come manifestazioni di questo tipo “coinvolgono il territorio, permettono di colloquiare con esso e sono motivo di ricchezza”.
Trevor Lowe, responsabile Anpis per l’Inghilterra, è presente con un gruppo di ragazzi.
“Partecipare ai tornei di beach volley, qui in Italia, è per loro un modo di affrontare le difficoltà in modo positivo, un po’ come una sfida”.
Concetto ribadito anche dai responsabili nazionali e regionali della stessa associazione presenti all’evento.
Per i partecipanti, di differente età e provenienza, queste giornate hanno rappresentato infatti un po’ una sorta di sfida: incontrare il nuovo, che siano persone, territori, situazioni, concorsi sportivi non è che l’inizio di una serie di piccoli passi verso l’integrazione e lo stare insieme.
“Quest’anno abbiamo voluto associare all’esperienza sportiva – ha detto Riccardo Sabatelli responsabile del modulo di riabilitazione dell’Ausl di Rimini – anche l’esperienza culturale tramite il concorso di cortometraggi. Nei prossimi anni esploreremo le altre muse dell’arte come ad esempio il teatro”.
Il progetto dunque è destinato ad ampliarsi e a prendere nuove forme. Un progetto che rappresenta un po’ una meta a cui i partecipanti guardano tutto l’anno, allenandosi e preparandosi nelle loro associazioni di riferimento.
Il tutto “capitanato” da persone competenti per le quali l’impegno nel sociale è qualcosa in più di una professione. È il caso di Fernando Monte responsabile del progetto e referente delle attività sportive del Centro Salute Mentale dell’Ausl.
“Far arrivare qui dall’Italia e dal mondo (gruppi, oltre dall’Inghilterra, anche da Belgio e Francia) cinquecento persone con il pretesto dello sport e del cinema, è stata un’occasione importante per continuare quell’esperienza iniziata otto anni fa, cresciuta nel tempo, con la sua capacità di far confluire legami, conoscenze, in modo che persone che spesso tendono a chiudersi in sé e isolarsi possano esprimersi, uscire fuori”.
Silvia Ambrosini