La notizia nei giorni scorsi ha avuto grande risalto: secondo l’autorevole Accademia della Crusca espressioni come “esci il cane” e “siedi il bambino” sarebbero tollerabili. Poi pare che la questione non fosse proprio così: un po’ per la tendenza del pubblico a leggere solo i titoli e non gli articoli, un po’ per una prima spiegazione forse parziale, quelli della Crusca si sono subito affrettati a meglio precisare.
In sostanza, queste espressioni di origine meridionale ma poi diffuse in tutta Italia grazie al web sono tollerabili in un linguaggio colloquiale parlato ma assolutamente non nel linguaggio scritto, che se si usano in un tema a scuola poi la professoressa esce un bel quattro. Chiarito questo mi permetto di sottolineare, anche per esperienza personale, che in molti marciapiedi e parchi delle nostre città la questione non è tanto se si può dire o meno “esci il cane”, ma quello che succede dopo che il cane è stato uscito. Per colpa dell’ignoranza di certi padroni poco propensi a uscire guanti, paletta e sacchettino. E qui la proprietà di linguaggio c’entra poco (ps “c’entra” e non “centra”, lo dice la Crusca).