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Erasmus sotto l’Arco

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In questi anni abbiamo imparato a riconoscerli per strada nel centro storico di Rimini con una borsa tracolla carica di libri e l’accento forestiero. Gli studenti internazionali del Campus universitario che fa riferimento all’Università degli Studi di Bologna, sono il segno di una città capace – se vuole – di conquistare stranieri non solo per lo svago estivo, ma anche per il trasferimento della conoscenza. Quasi un decimo degli iscritti ai corsi di laurea tenuti tra le mura dell’Ariminum romana ha passaporto straniero. L’ateneo bolognese, nella sua declinazione riminese, ha accresciuto l’appeal fuori confine grazie alle lezioni in inglese delle sue scuole (ex facoltà) di Economia, Management e Statistica, e di Lettere e Beni Culturali – indirizzo Fashion, Culture and Management.
Per molti laureandi è periodo di esami di fine anno accademico e abbiamo incontrato alcuni di quelli internazionalidurante una breve pausa dagli studi, grazie all’aiuto dell’Erasmus Student Network di Rimini (l’associazione che li orienta e raccoglie una volta arrivati in città), mentre si apprestano a consumare un aperitivo nella zona della Vecchia Pescheria.
“Adoro fare sport sulla spiaggia”. Emily ci raggiunge dopo una corsa sul lungomare. Ha 22 anni e il fisico atletico, ed è di bell’aspetto quanto la sua connazionale Lia. Entrambe sono francesi: la prima di Parigi e studia Turismo e ospitalità; la seconda è di Tolosa, ha 21 anni e studia Economia. “È una città rilassante – dicono le due in coro e in perfetto italiano con un dolce accento transalpino -. Rimini sa essere sia dinamica che tranquilla. Ci piace fare lunghe passeggiate e dedicarci allo shopping”. Come loro, anche altri due ragazzi che fanno loro compagnia parlano bene l’italiano, nonostante abbiano iniziato a studiarne la grammatica solo pochi mesi fa; prima di giungere a Rimini non sapevano nemmeno ordinare una pizza margherita nell’idioma di Dante.
“Conoscevo già Rimini. Ero venuto come turista e ho deciso di tornarci per studiare”. Tobias, 23enne di Monaco di Baviera, studente di Economia del Turismo a Rimini, è uno di quei casi per cui le politiche turistiche volte ai paesi germanici hanno funzionato alla grande, tanto che non si è accontentato di assaporare la brezza rivierasca sotto a un ombrellone, ma anche dentro le aule universitarie. “Mi piace così tanto questa città che ci ritornerò anche dopo aver finito l’Erasmus”, afferma. Al bavarese, alto, biondo e dalla corporatura vigorosa, piace giocare a volley in spiaggia con gli amici. E a seguire – dice – una birra al bar. Solo una? “Sì”, ribadisce, ma sorridendo. Dopotutto proviene dal paese artefice della diffusione del luppolo in Europa.
“Mi piace il fatto che Rimini sia di piccole dimensioni, perché mi ricorda la mia città natale in Argentina”, spiega Agostino, 24 anni sudamericano alle prese con gli studi in Economia. “Vivo molto la città con gli amici. Ci piace mangiare assieme, andare in discoteca e in spiaggia”. Quali locali preferite? “Al pomeriggio beviamo qualcosa a I Putti, la sera al pub 3sei5 (soprattutto se vogliamo guardare una partita di calcio), oppure andiamo al Coconuts e alla Darsena. Un po’ nel centro storico e un po’ al mare”. Ancora nessuno di loro ha imparato a farsi la piadina in casa, anche se è oramai diventata – spiegano – un inossidabile componente della loro dieta.
Ma non è tutto rose e fiori. Il rapporto con Rimini è stato per alcuni un bel fidanzamento, ma che non può andare avanti più di tanto. “Mi piace Rimini, ma non ci tornerei in vacanza”, confessano entrambe le francesi che preferiscono passare le loro ferie in posti selvaggi e privi di gente. “Il motivo per cui non sarò qui a luglio – spiega Emily – è proprio per evitare il caos estivo. Preferisco tornare a casa una volta finiti gli esami”. Lia ha colto l’occasione del suo semestre in Romagna per visitare altre città del centro e nord Italia: “Da qua si possono raggiungere in poche ore tante bellissime città. Ogni volta che ne ho occasione prendo un treno e faccio un giro”. Chi invece si è preso una cotta bella e buona per la città di Fellini è Agostino, già preoccupato della nostalgia che proverà una volta rimpatriato nella Pampa: “Per me sarà difficile tornare qui per via della grande distanza, ma se dovessi capitare di nuovo in Europa farei di sicuro tappa a Rimini, soprattutto se in estate: mi dicono che si fa una gran festa”. Almeno è stato informato bene.

Mirco Paganelli