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EMIGRARE DA RIMINI

Secondo il Rapporto sull’economia regionale 2024 di Unioncamere, i giovani stranieri laureati che ogni anno scelgono l’Emilia-Romagna sono 650, quelli che dalla nostra regione puntano all’esperienza estera sono esattamente il doppio: 1.300

Ve ne andreste da un posto, non per una vacanza, dove state bene? Probabilmente no. Allora dovremmo preoccuparci se, stando ad un sondaggio della Fondazione Nord Est, oltre un terzo dei giovani under 34 delle regioni settentrionali (Veneto e dintorni) prende in considerazione l’ipotesi di partire e solo uno su sei di chi è già all’estero pensa di tornare, prevalentemente per ragioni familiari.

Secondo il Rapporto sull’economia regionale 2024 di Unioncamere, i giovani stranieri laureati che ogni anno scelgono l’Emilia-Romagna sono 650, quelli che dalla nostra regione puntano all’esperienza estera sono esattamente il doppio: 1.300.

Bassi stipendi, precariato, scarse possibilità di carriera, poca valorizzazione delle capacità e del merito, ambienti lavorativi che non favoriscono la costituzione di una famiglia, difficoltà di accedere ad un’abitazione, fanno un mix più adatto a respingere che attrarre i giovani.

Che infatti, quando possono, se ne vanno. Anche dalle ricche regioni del Nord.

Secondo l’ultimo Rapporto Italiani del Mondo 2024, della Fondazione Migrantes, nel 2023 sono più di sei milioni gli italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Erano tre milioni nel 2006. Ricordiamo che gli stranieri regolari in Italia sono poco più di 5 milioni. Risultato: tra chi va e chi viene c’è un saldo negativo di un milione.

Gli iscritti AIRE più numerosi vengono dalla Sicilia (826.000), ma al secondo posto c’è la ricca Lombardia (641.000) e al terzo il Veneto (563.000). Dall’Emilia Romagna gli espatriati sono 265.000. In Europa le mete preferite sono, nell’ordine: Svizzera, Germania, Regno Unito e Francia. Tra quanti scelgono altri continenti i numeri premiano Argentina e Brasile (dove si fa sentire l’emigrazione di ritorno di quanti hanno ottenuto la cittadinanza italiana come discendenti di migranti italiani). In generale, gli emigrati hanno un’età mediana di 31 anni per gli uomini e 29 anni per le donne. Molti sono laureati.

Nel decennio 2013-2022, la perdita complessiva, per emigrazione, di giovani laureati nella classe di età 25-34 anni è stata di circa 43.000 unità al Nord, 14.000 unità al Centro, 30.000 circa nel Mezzogiorno.

Un vero paradosso: siamo il Paese europeo con meno laureati e quei pochi li facciamo pure scappare. Emigrazione che, assieme alla bassa natalità, contribuisce al declino demografico dell’Italia, che dal 2020 ha già perso 652.000 residenti.

In questo scenario migratorio nazionale la provincia di Rimini ha un ruolo “privilegiato” perché, a fine 2023, gli iscritti all’AIRE, che va preso come numero minimo perché tanti non si iscrivono, originari da uno dei suoi 27 comuni sono risultati 30.790, equivalente al 9% della popolazione residente.

La percentuale regionale più alta e tre punti sopra la media. Erano meno di 20.000 un decennio fa. Per rendere l’idea è come se si fosse trasferita all’estero una città intera come Riccione.

Nella graduatoria migratoria regionale dei comuni Rimini, con 12.560 iscritti all’AIRE, è al secondo posto in Emilia-Romagna, dopo Bologna con 24.679. Ma dove l’emigrazione ha colpito di più, iscritti all’AIRE in rapporto alla popolazione attualmente residente, troviamo: Sassolfeltrio il 43 %, San Leo il 41 %, Gemmano il 38 % e Talamello il 29%. Come si vede sono tutti comuni dell’entroterra, dove da tempo è in atto un forte spopolamento del territorio.

Regno Unito, Argentina, Francia, Brasile, Svizzera e Germania le principali mete. Fortunatamente, per la provincia di Rimini, l’emigrazione verso l’estero è compensata da chi dall’estero decide di venire a risiedere da queste parti, come dimostra il saldo migratorio estero (differenza tra chi parte e chi arriva) positivo, in ripresa dopo il Covid, per un paio di migliaia di persone.

Però è anche vero che se tanti arrivano ed altrettanti se ne vanno vuol dire che il territorio non è in grado di trattenerli con una offerta di opportunità adeguata.

Concentrati, spesso in premio alla propaganda, sull’immigrazione trascuriamo la nostra emigrazione che impoverisce tanti territori.

Tema che difficilmente si impone nella discussione.

Salvo lamentarsi, a parole, del crescente astensionismo elettorale.

Che, sarà un caso, nell’ultima tornata elettorale regionale ha visto Rimini in prima fila.