La prima volta che si arriva al Passo del Tonale (1.884 mt slm) l’effetto è lo stesso, sia che si provenga dalla Val di Sole che da Ponte di Legno. Si sale per una ventina di minuti in mezzo a fitti boschi o suggestivi scorci montani e poi, quando si allarga la visuale nella piana a ridosso del Passo, ci si trova di botto di fronte tre enormi parallelepipedi squadrati di cemento in stile Scampia. L’automobilista, colpito a tradimento da questi tre cazzotti in pieno occhio, deve sforzarsi di mantenere il controllo per non sbandare e finire fuori strada.
Non si tratta purtroppo dell’unico obbrobrio architettonico sulle nostre Alpi ma per la sua posizione ‘strategica’ è ancora più pesante.
Un effetto simile, stando alle preoccupazioni espresse da molti, potrebbe verificarsi in futuro in Alta Valmarecchia se si realizzasse davvero l’impianto intensivo di allevamento avicolo che tanto sta facendo discutere.
Tutto legittimo, tutto autorizzato, tutto calato dall’alto ma tutto così surreale in una vallata di valenza turistica. Col rischio, appunto, che chi si addentra per la prima volta in quelle terre, perso tra i suggestivi paesaggi appenninici del Montefeltro, sia colto alla sprovvista da una cementificazione così impattante e inaspettata.
Perciò che siano almeno poste, per sicurezza, delle balle di fieno ai lati della strada dove potrebbe verificarsi il temibile ‘effetto Tonale’.
E sempre che tutto questo non si possa evitare.