Educare è un atto d’amore, esercizio della ‘carità intellettuale’, che richiede responsabilità, dedizione, coerenza di vita”. Sono parole di Benedetto XVI che sembrano scritte per introdurre il lavoro che porterà la Chiesa riminese al Convegno sull’educazione del 31 marzo – 2 aprile.
“L’educazione e la formazione – ha detto nei giorni scorsi il Papa – costituiscono oggi una delle sfide più urgenti che la Chiesa e le sue istituzioni sono chiamate ad affrontare”. “L’opera educativa – afferma Benedetto XVI – sembra diventata sempre più ardua perché, in una cultura che troppo spesso fa del relativismo il proprio credo, viene a mancare la luce della verità, anzi si considera pericoloso parlare di verità, instillando così il dubbio sui valori di base dell’esistenza personale e comunitaria. Per questo è importante il servizio che svolgono le numerose istituzioni formative che si ispirano alla visione cristiana dell’uomo e della realtà”.
Parole forti che certamente risuoneranno già sabato 12 febbraio nel primo seminario di studio che prepara il convegno. Le comunità ecclesiali della Diocesi di Rimini inizieranno a confrontarsi sulla loro esperienza educativa. Ed è proprio dei giorni scorsi la pubblicazione di una ricerca sull’aggregazione giovanile nella provincia di Rimini, che pur con tutti i limiti che ogni rilevazione comporta, certifica la presenza massiccia di oratori-parrocchie (56), che corrispondono al 35% degli spazi di aggregazione (associazioni, circoli, centri, polisportive) presenti sul territorio.
Quale rilevanza hanno? Quali valori trasmettono? Come incidono sulla cultura giovanile riminese? Sono mondi chiusi? Quale rapporto con il territorio? Quale la preparazione degli animatori? E, soprattutto, sono frutto della generosità di pochi o piuttosto l’espressione ultima di un impegno educativo che coinvolge tutta la comunità, a iniziare dalla famiglia?
Sono alcune delle domande che già circolano fra le comunità, frutto di un questionario ampio e complesso che sta tornando alla segreteria del convegno.
Conoscere, vedere, analizzare può e deve essere la prima tappa di un’attenzione di amore che vuol essere non solo verbale, ma concreta.
di Giovanni Tonelli