Per circa mille anni, pur nella diversità, i cristiani sono stati un’unica realtà. Nel 1054 avviene il grande Scisma, quando il papa Leone IX ed il patriarca Michele I Cerulario si scomunicarono a vicenda, determinando così, la separazione tra la Chiesa cristiana d’Oriente e quella d’Occidente. Successivamente, nacquero le Chiese Riformate, cioè quelle chiese cristiane che storicamente risalgono alla Riforma protestante del sedicesimo secolo. Diverse ragioni, sia teologiche che politiche, hanno determinato queste divisioni. Esse sono ancora presenti e nei vari secoli hanno generato dolore, sofferenza, violenza, scontri e anche guerre.
Oggi i cristiani sono già in comunione in virtù del battesimo, ma la loro testimonianza di autentica unità, agli occhi del mondo, non si è ancora realizzata nonostante l’attività del Movimento ecumenico che è l’insieme degli sforzi di ordine teologico, pastorale e pratico rivolti a tal fine.
“L’ecumenismo è un cammino verso la perfetta comunione in Cristo di tutti i cristiani battezzati. Esso, proprio quest’anno, celebra il suo primo secolo di vita. – premette Natalino Valentini, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini – Nel giugno del 1910, infatti, si è tenuta la Conferenza missionaria di Edimburgo in Scozia, un avvenimento che ha determinato l’inizio del movimento ecumenico”. Esso avrebbe portato, poi, nel 1948 alla nascita del Consiglio mondiale della Chiese (Wcc), l’organismo ecumenico che ha sede a Ginevra e che vede attualmente riunite 349 Chiese in rappresentanza di 110 Paesi del mondo.
Da allora sono stati compiuti molti passi in avanti e quest’anno la Diocesi riminese, nell’ambito della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, ha vissuto un momento di riflessione e testimonianza con padre Milan Zust intervenuto, in qualità di relatore all’incontro pubblico, svoltosi venerdì 22 gennaio presso il Teatro del Seminario vescovile, sul tema “Ecumenismo e Comunione tra le Chiese. Dallo scandalo della divisione alla testimonianza dell’Unità”.
Perché scandalo?
“I cristiani sono già uniti in Cristo, ma la loro divisione è senz’altro uno scandalo perché proprio i cristiani che hanno un messaggio di comunione, di riconciliazione… non lo dimostrano nei fatti” spiega padre Milan Zust.
Come passare dall’unità che ci viene dal battesimo alla comunione visibile?
“Teoricamente è semplice, ma nella vita è un’enorme fatica. Non è facile superare secoli di divisioni e di sofferenze in pochi anni. Ognuno di noi, però, nel suo piccolo può dare il suo contributo. I “professionisti” dell’ecumenismo possono fare ben poco se poi le persone che vivono nella quotidianità non cercano di capire e non s’impegnano per cambiare questa realtà”.
La divisione è uno scandalo, ma anche gli apostoli, ai tempi di Gesù, scapparono nei momenti di crisi. Lo stesso Pietro ha tradito, ma proprio dentro l’esperienza del fallimento gli viene donata la forza di aderire pienamente a Cristo. Se Gesù ci ha perdonato anche noi dobbiamo essere capaci di perdonare e dare fiducia a chi vive un’esperienza diversa, nonostante le incomprensioni passate. Si è dimenticata e persa quell’esperienza forte dell’«essere perdonati e salvati»”.
Quale “stile” possono vivere i cristiani perché le diverse confessioni cristiane (ortodossa, cattolica ed evangelica) ritornino ad essere unite?
“Occorre porsi in un atteggiamento di sacrificio per dare spazio all’altro: ascoltarsi e darsi fiducia reciproca. Le difficoltà esistono perché da tanti anni siamo divisi e non ci conosciamo. Di per sè le differenze non sono un grave problema, ma non riusciamo a comprenderci pur avendo tanto in comune. Il problema non è quello di essere «diversi», ma dobbiamo recuperare la fiducia nell’altro che abbiamo perso. Quando, nei nostri incontri ecumenici, impariamo a conoscerci notiamo subito che tra noi c’è tanta ricchezza e non è difficile trovare insieme delle soluzioni comuni per una comunione visibile”.
Quali risultati arrivano dal dialogo tra i teologi delle varie confessioni?
“Il dialogo teologico è molto importante, ma vorrei sottolineare che se non c’è la fiducia, che viene solo dalla fede in Cristo, nessun dialogo può avere dei risultati e questi ultimi devono essere comunque condivisi dalla base”.
Il cammino ecumenico non si presenta come un percorso semplice, ma già nelle scuole, favoriti dal fenomeno dell’immigrazione, studenti cattolici ed ortodossi imparano a stare insieme nel rispetto reciproco del loro Credo e nella consapevolezza di essere già uniti in Gesù Cristo.
Francesco Perez