Rapporto sull’economia 2015-2016 – Quattromila posti in più. Dopo anni in rosso, torna a scattare il semaforo verde per il lavoro “made in Rimini”. Nel 2015, in provincia, secondo gli ultimi dati Istat, i lavoratori impiegati sono saliti da 135 a 139mila, un segno più che riporta le lancette al 2011, quando iniziò la discesa. Ma possiamo dire di essere veramente fuori dal tunnel? Maggiori opportunità si sono aperte nei servizi (+7mila), in piccola parte anche nella manifattura (+2mila), mentre continuano a perdere le costruzioni (-4mila) e rimane stabile, con mille addetti, l’agricoltura. Qualche distinguo, dunque, va fatto.
Luci… Segnali positivi sul fronte occupazionale arrivano in parte anche dal Rapporto sull’economia presentato il 18 marzo da Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio. A fronte di una sostanziale stabilità nel numero di rapporti di lavoro dipendente instaurati nell’anno (93.320, solo 294 in meno rispetto al 2014), si rileva finalmente un cambio di rotta negli avviati, ossia i lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno (58.404), aumentati del 2.9%. Era da tre anni che non si riscontrava un aumento in questo territorio. I contratti a tempo determinato fanno ancora la parte del leone con un 60.8% ma sono in perdita rispetto all’anno precedente di quattro punti percentuali. Perde quota anche il cosiddetto contratto “intermittente” che passa dal 15% al 12.6% mentre, complici gli incentivi alla stabilizzazione contenuti nella Legge di stabilità del 2015 e il Jobs Act che ha introdotto il nuovo contratto a tutele crescenti, aumentano i contratti a tempo indeterminato, dal 5.5% del 2014 al 12.7% del 2015.
Altre belle notizie: l’aumento del tasso di occupazione (dal 61.4 al 62.9%); la decisa crescita dei rapporti di lavoro fra over 45 (+7.7%); la diminuzione, per la prima volta dall’inizio della crisi, dei licenziamenti collettivi; il calo, ad eccezione del comparto abbigliamento, della cassa integrazione (-11.7% il dato complessivo, -27.4% nel solo commercio e -26.6% nelle costruzioni, altro settore da anni in forte sofferenza); l’aumento del 2.5% della produzione e dell’1.1% del fatturato nel manifatturiero e la crescita del 3.8% della produzione lorda vendibile nel settore agricolo.
Si intravedono, infine, spiragli anche per i giovani, il tasso di disoccupazione nella fascia 15-29 anni scende, infatti, dal 28.1 al 23.5%.
Tutto bene dunque? Non proprio. “Il tasso di occupazione è il più basso tra tutte le province dell’Emilia-Romagna e, al tempo stesso, il tasso di disoccupazione, pari al 9.5% in provincia, pur in diminuzione rispetto al 2014, resta ancora tra i più elevati in regione<+testo_band> – fa notare il presidente della Camera di Commercio Fabrizio Moretti -. Quella giovanile, in particolare, è triplicata negli ultimi sette anni”.
…e ombre. La vera ripresa secondo la fotografia scattata dall’Ente Camerale riminese e dalla Fondazione Carim scatterà solo dal 2018. Tante sono ancora le ombre che offuscano il cielo su questa provincia. Innanzitutto, continua (anche se rallenta) l’emorragia di imprese: nel 2015 hanno chiuso i battenti ben 2.868 attività a fronte delle 2.641 nuove nate. Se si torna indietro al 2008, quando è scoppiata la crisi, il territorio ha visto scomparire ben 1.254 realtà. Altri segnali che continuano a preoccupare la provincia sono l’aumento della CIG straordinaria (sintomo di crisi aziendali ormai difficili da recuperare) del 30.6%, mentre in tutte le altre province emiliano-romagnole il dato è in calo; la discesa dell’export (-0.5%) dove Rimini è affiancata, in regione, solo da Ravenna; la contrazione del credito con un -4.1% di impieghi alle imprese e un +19.7% di sofferenze.
Le previsioni. Tra il 2016 e il 2018 il tasso medio annuo di crescita del valore aggiunto, in provincia, sarà del +1.4%, inferiore al valore atteso per l’Emilia-Romagna (+1.7%) ma in linea con il +1.5% stimato per l’Italia. Nel riminese, la crescita investirà tutti i macrosettori: l’industria (+2.4%), le costruzioni (+2.3), l’agricoltura (+2) e i servizi (+1.2%). L’incremento della ricchezza prodotta avverrà già nel corso del 2016 (+1% sul 2015) ma sarà maggiore nel biennio 2017-2018 (+1.6% medio annuo).
Nello stesso biennio anche l’export dei prodotti “made in Rimini” risalirà la china con un ritmo medio annuo del +4.5%, presentando una crescita superiore rispetto al trend regionale (+4%) e nazionale (+3.3%); anche in questo caso si avrà un incremento nell’anno in corso (+3.9 sul 2015) che aumenterà ulteriormente nel biennio successivo (+4.9 medio annuo).
Sarà invece più contenuto l’aumento previsto sul fronte occupazionale: +0.7%, in linea con la variazione regionale (+0.8) e nazionale (+0.6).
Alessandra Leardini