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Eccola… Rimini è in un Beat!


Andrea Biondi, classe 1976, quarant’anni portati alla leggera, perché viaggiare pesante, si sa, costa di più”. Si presenta da solo Andrea Biondi, scrittore riminese che ha fatto della sua passione… il terzo libro in uscita. Responsabile marketing, per gran parte del centro Italia, di una grande multinazionale giapponese nel settore lavorazione lamiera, Biondi, con i suoi quarant’anni portati alla leggera, si è già cimentato con la recitazione, la scrittura di sceneggiature e la scrittura di romanzi, che si muovono – chi più, chi meno – in terra di Romagna. Rimini Beat, è l’ultimo libro uscito…

Andrea, ci diamo del tu. Raccontaci di Rimini Beat.
“Rimini Beat parla della mia città, dei segreti veri o immaginati che racchiude, di ciò che ricordo e di quello che invece ho inventato per rendere la mia realtà più interessante. È la storia di tre amici, le cui strade si dividono da bambini e che tornano ad incrociarsi da adulti quando qualcuno di molto pericoloso decide di intrecciare la sua storia alla loro. È ambientato nei posti che conosco meglio e in ogni personaggio c’è qualcosa che appartiene alle persone che della mia vita fanno parte. Il titolo si riferisce proprio al ritmo della città, della storia, il battito che pulsa in ogni pagina e accelera e diminuisce al variare delle emozioni. Mi piace molto quando mi accorgo che chi legge va allo stesso ritmo di chi, quella pagina, l’ha scritta.

Questo non è il tuo primo libro, cosa differenzia Rimini Beat dagli altri?
“Sì, è il terzo. Nel primo raccontavo una storia d’amore tra passato e presente, il secondo era un romanzo ucronico per appassionati del genere, questo è decisamente il più maturo. C’è molto più di me, della mia storia umana”.

Dove nasce la passione per la scrittura?
“Nasce dalla necessità di fare i conti con me stesso. Per me, scrivere un romanzo è esattamente come tenere un diario delle proprie emozioni e cercare di capirle leggendole nero su bianco. Dalla voglia di vivere altre vite oltre la mia, perchè la mia a volte non mi basta.

Visto il tuo lavoro che ti spinge a muoverti tra Piacenza, dove ha sede la multinazionale giapponese, e il centr’Italia, mi chiedo: quando e dove scrivi?
“Scrivo comodamente seduto alla mia scrivania, con la finestra di google aperta e la musica accesa, se uno di questi tre elementi manca vado sul divano a poltrire. Sul quando posso dirti che mi governa un po’ il caso. Quando mi viene in mente una bella immagine inizio una dura lotta per non scordarla sino all’arrivo al pc. Perdo molto spesso”.

Che rapporto hai con le tue creature letterarie e il pubblico?
“Ti dico solo che da quando è uscito Rimini Beat vivo nella convinzione che milioni di persone vogliano leggerlo e se non l’hanno ancora fatto è solo un limite di distribuzione. Sono molto timido, quando non attivo la modalità commerciale piacione con la quale sopravvivo nel mondo del lavoro, quando parlo di me ho un po’ di difficoltà. All’ultima presentazione del libro, è stato come farmi prendere a schiaffoni con le mani in tasca. Ma lo rifarò. Si chiama masochismo emotivo”.

Hai un nuovo libro in cantiere?
“Certo che ce l’ho! Un bel poliziesco fracassone sempre a spasso per Rimini, un romanzo nel quale si viene alle mani più e più volte. Molto gustoso”.

Angela De Rubeis