Alla fine avevo quasi ragione. Qualche mese fa, mentre alcuni portali meteo annunciavano come ogni anno “l’estate più torrida della storia”, io invece predissi che l’estate 2018 sarebbe stata la più media degli ultimi anni. E in effetti, mentre i titoli di cui sopra misteriosamente sparivano da internet al primo frescarello, l’estate è stata calda come si conviene a un’estate ma senza il clamore cui eravamo ormai abituati a suon di ondate di caldo dai nomi belligeranti. Oggi apprendo che “In base a studi che ricostruiscono il clima in un passato più remoto, si può affermare che in Italia l’anno in corso risulta essere l’anno più caldo da almeno due secoli circa”.
Una notizia intercettata non su portali a caso ma sul sito dell’Arpa, agenzia pubblica, su dati dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. I dati sono aggiornati a tutto ottobre e da qui a fine anno fa in tempo ad arrivare l’era glaciale, per carità, ma la notizia mi sembrava meritevole di segnalazione. Perché proprio quest’anno che i sensazionalismi si erano un po’ spenti, vien fuori che è un anno davvero sensazionale. A confermarci che di quel che succede nel nostro pianeta spesso fatichiamo ad accorgercene. Come per un’estate nella media che però è durata fino all’altra settimana.