Alcol e minori, alcol e giovani. Temi che tornano di attualità, a volte drammatica, come per la morte del giovane Vadim, ogni volta che un evento richiama migliaia di ragazzi. Può essere la Notte Rosa come un concerto, la Nove Bar come una serata in discoteca.
Per qualche giorno i giornali ne parlano; Hera raccoglie le bottiglie sparse ovunque; chi si spaccato la testa perché ubriaco e non ha visto il vetro della porta dell’hotel ritorna a casa un po’incerottato… E poi si va avanti. Le richieste sono sempre quelle: più ordine pubblico, più controlli di Polizia, vietare gli alcolici dopo mezzanotte, chiudere i bar o i market che vendono ai minori… tutte cose giuste, da fare e continuare a fare, ma la domanda vera è: chi sono questi giovani che sballano e perché?
I dati sono impressionanti. Sempre più minori sono coinvolti dalla moda del binge drinking, letteralmente “bere in modo esagerato”: il consumo di alcol avviene con l’intento esplicito di ubriacarsi, e i ragazzi arrivano a consumare quantità di alcool nettamente superiori alle loro capacità di assorbimento (almeno 5 o 6 bicchieri ingeriti in modo consecutivo e veloce).
Gli studi dell’Istituto Superiore di Sanità inoltre dimostrano che, tra gli 11 e i 25 anni, partecipare a concerti ed eventi sportivi, ma anche andare in discoteca aumenta la probabilità di consumi a rischio. Dall’indagine è emerso che anche incontrarsi sui social network è un ulteriore fattore che incrementa la probabilità di adottare un consumo alcolico a rischio, anche da parte dei giovanissimi. Unica eccezione i luoghi di aggregazione giovanile cattolica in cui, al contrario, la probabilità di non essere consumatori appare massima.
Un’inchiesta che ci dice che i ragazzi bevono quando sono insieme. È come se scattasse una molla di emulazione. Se vuoi stare nel gruppo le regole sono queste. L’asticella è posta più in alto di quello che mai oseresti fare da solo. Devi dimostrare di essere alla pari, di essere grande… Il gruppo aiuta a superare ogni inibizione, ogni regola, da qui nasce l’eccesso. E il vuoto di significati che caratterizza questo tempo si riempie di alcol, di pasticche, di violenza, di sesso, di sbornia di rumore a seconda di quelle che sono le regole del gruppo che il ragazzo incontra. Di fronte a questo dramma non basta proibire, occorre costruire. Dire solo dei “no” all’alcol e a ogni droga ci porta solo alla conclusione che noi siamo buoni e gli altri cattivi. Ma questo non risolve il problema.