Il Vescovo Nicolò Anselmi parla della sua esperienza di penitente. Il desiderio di essere perdonato nato dal desiderio di essere felice
Penso che Gesù abbia “inventato” la confessione per liberare le persone dai pesi dei propri peccati e offrire loro un nuovo inizio.
Il sacramento della riconciliazione è stato primo dono offerto da Gesù agli apostoli dopo la risurrezione: «A chi rimetterete i peccati saranno perdonati» ha detto nel Cenacolo”.
Nella gioia dell’anno giubilare, il Vescovo di Rimini si è voluto “mettere a nudo” sul sacramento della confessione, raccontando in due brevi interventi video su IcaroTv la propria esperienza di penitente e di confessore.
L’esperienza di mons. Anselmi è divisa in due.
“ Fino all’età di 31 anni sono andato a confessarmi per ricevere il perdono dei peccati e tornare a nuova vita. Ho continuato ad accostarmi alla confessione anche in seguito e lo faccio tutt’ora da vescovo, ma da circa 31 anni da sacerdote dono ai fratelli il perdono sacramentale di Dio”.
Mons. Anselmi racconta di aver vissuto in questo tempo molte e diverse esperienze ecclesiali, tutti momenti bellissimi, “ ma le esperienze che più mi han dato gioia sono state quelle in cui sono stato strumento nelle mani di Dio per il perdono e la rinascita di qualche persona”.
Ancora il vescovo: “ Ogni Confessione è importante, è un ingresso nel mistero della bellezza interiore di una persona”.
Il Vescovo Nicolò parla di come ci si accosta al sacramento. “ Molte persone si accostano al confessionale con paura, si vergognano; forse nessuno le ha aiutate a prepararsi bene, a sentire vicino l’affetto di Dio Padre. Paura e vergogna sono due leve ben conosciute al diavolo, le usa continuamente”.
“ Sono convinto – continua il Vescovo Nicolò – che molte persone non hanno mai commesso un peccato grave in tutta la loro vita; non hanno mai voluto fare una cattiveria. Talvolta si accusano di gesti gravi che non lo sono, ma sono cadute legate alla nostra fragilità, ad esempio quelle legate alla gola, alla sessualità, alla rabbia.
Per commettere un peccato bisogna compiere un gesto sbagliato, sapere che è sbagliato, e volerlo fare con l’intenzione di compiere un gesto cattivo contro qulcuno, contro se stessi e contro Dio. In questo senso è difficile commettere un peccato mortale, rifiutare totalmente Dio e il suo amore”.
Ma è comunque necessario, secondo il pastore della Chiesa riminese, sapere che “ Dio non si allontana mai definitivamente da noi, ci ama sempre e comunque”.
“ Nella celebrazione del sacramento della Confessione si sente la bellezza dell’essere prete. In alcuni casi il Signore mi ha donato la grazia di vedere persone illuminarsi, cambiare espressione, incrociare occhi che si riaccendevano. Ho visto persone piangere di gioia perché si sono sentite perdonate”. Cioè amate da Dio, tornate a casa avvolte da un caldo abbraccio. (t.c.)