Meryl Streep imbraccia la chitarra elettrica e ci da dentro di brutto con il rock nel nuovo film di Jonathan Demme Dove eravamo rimasti(solito titolo italiano bruttino, perché non lasciare l’originale Ricki and the Flash?) nei panni di Ricki Randazzo, stagionata rocker che ha avuto il suo brevissimo momento di gloria con l’incisione di un unico album, ha lasciato alle spalle una famiglia con tre figli e ora si divide tra la cassa del supermarket dove lavora e il sudore serale versato sul palco di un modesto bar di periferia popolato da appassionati delle cover della signora e della band (si va da Tom Petty e Lady Gaga, arrivando al “necessario” Bruce Springsteen) ove milita anche il suo nuovo compagno, anche lui rocker duro e puro (Rick Springfield, più realistico di così). Poi la chiamata dall’ex marito (Kevin Kline) per una crisi familiare in corso incorsa alla figlia (Mamie Gummer, nella vita vera figlia della Streep che per la terza volta incrocia mamma su un set) mollata dal marito ed ecco che la musica e la chitarra devono aspettare e Ricki deve riaprire i legami con la sua storia familiare, ritrovando anche i due figli maschi coinvolti in scelte diverse di vita e l’annuncio di un imminente matrimonio.
Scrive il film Diablo Cody (premio Oscar per la sceneggiatura di Juno) che certo impagina una storia non priva di stereotipi, ma poi il cuore rock di Demme (Il silenzio degli innocenti e Philadelphia, e molti omaggi al mondo della musica rock con film sui Talking Heads, Neil Young), riesce a far battere il piede e a dare il giusto ritmo al film, con la protagonista che ormai ci ha preso gusto a cantare (Mamma Mia! e di recente il canterino musical Into the Woods), in una completezza di stile unica ed inimitabile. Per dirla alla Rolling Stones, “è solo rock ‘n’ roll” ma ci piace.