Si è spento il 4 maggio all’età di 79 anni don Benito Drudi, storico parroco di Nostra Signora di Fatima a Rivabella. Era nato a Rimini l’8 agosto del 1937 ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno del 1962. Dal 1966, dopo essere stato vicerettore del seminario regionale a Bologna, era stato primo e unico parroco della parrocchia di Rivabella, che nasceva allora, fino al 2012, quando aveva rinunciato per raggiunto limite di età. Nei primi tempi, quando ancora la chiesa non era completata, celebrava messa in un capannone in via Coletti. Il funerale è stato celebrato dal vescovo Francesco venerdì 6 maggio presso la chiesa di Rivabella.
Sul prossimo numero un ampio ricordo preparato dalla sua storica comunità.
Intanto proponiamo il personaggio attraverso ampi stralci di un’intervista concessa al Ponte in occasione della Visita Pastorale a Rivabella, nel gennaio 2012.
C’è una grande tranquillità, in questo tempo, sulla via del mare. Chi ha lavorato tanto in estate si riposa in inverno. In questi giorni, poi, diversi abitanti residenti approfittano del periodo natalizio per qualche svago vacanziero in località più calde.
Ma don Benito Drudi rimane al suo posto a mobilitare tutta la parrocchia di Rivabella per l’imminente visita pastorale. E con lui tutti i collaboratori più stretti, impegnati a preparare relazioni e a studiare il volantino per informare e invitare tutta la parrocchia al grande evento. (…)
“Mille volantini basteranno – dice don Benito – La popolazione della parrocchia si aggira intorno ai 2500 abitanti, per un migliaio di famiglie. Non è una parrocchia grande, come vedi, ma non mancano le esigenze ed i problemi. Conosco molto bene gran parte di questa gente, dato che sono con loro dal 1966. C’è però una buona fetta di popolazione nuova, stranieri per lo più, che non si avvicinano alla parrocchia e non è facile avvicinarli. Noi speriamo che la visita del Vescovo porti maggiore attenzione e collaborazione alla Comunità”.
Lei è il primo e unico parroco di Rivabella, della parrocchia Nostra Signora di Fatima. Come è giunto qui?
“Arrivavo da Bologna, dove ero stato vice rettore al Seminario regionale. Era la fine dell’estate del 1966. Monsignor Biancheri non sapeva dove mandarmi, e alla fine decise di farmi fare l’esperienza in parrocchia. Ma questa parrocchia era ancora tutta da costruire … da costruire materialmente e spiritualmente. Materialmente si fece un capannone non lontano da qui, sempre in Via Coletti. Soluzione infelice per tanti motivi. Spiritualmente la gente è stata subito molto attenta e disponibile, accogliendo persino nelle loro case i gruppi di catechismo. Veramente la struttura parrocchiale era un servizio atteso da tutta la popolazione residente, perché prima dovevano andare o a Viserba o a San Giuliano mare. Poi nel 1990 siamo finalmente entrati nella nuova sede, più spaziosa, più raccolta e più vivibile”. (…)
Una Comunità ha bisogno anche di gesti materiali, visibili, sperimentabili … Quali iniziative animano particolarmente la vostra parrocchia?
“Il tesoro prezioso della nostra piccola comunità parrocchiale, che riempie di stupore, è l’umanità e la sensibilità delle persone. Esse emergono dalla risposta alle varie proposte, quali pesca di beneficenza, mercatino di Natale, raccolte per la varie necessità a livello locale, diocesano e altre. Poi la vivacità nell’impegno di apostolato: compagnia filodrammatica, gruppo teatrale di bambini, adolescenti, giovani, festa parrocchiale, doposcuola estivo, campeggi, cene insieme aperte a tutti, anniversari dei matrimoni… e altri momenti comunitari di gioco e di festa orientati all’annuncio. Iniziative non strettamente spirituali, se vogliamo, ma che concorrono magnificamente a creare una sensibilità spirituale e di fraternità”.
Egidio Brigliadori