Siamo alla vigilia di un anno associativo che…vale per tre! Come sanno bene i nostri soci, il prossimo sarà l’anno assembleare, nel quale si mette a punto il percorso triennale dell’associazione, raccogliendo dalla vita del nostro tempo e dal cammino della Chiesa le richieste ed i bisogni che ne emergono.
Per ora, in attesa dell’attento e democratico discernimento che è tipico dell’AC che compiremo in vista della preparazione assembleare, ci siamo “accontentati” della programmazione di questo anno 2010-2011: dietro questo verbo al plurale c’è il Consiglio diocesano, con gli Assistenti, più altre persone che, avendo lavorato in varie équipe, hanno offerto il contributo prezioso della loro esperienza. Tutti impegnati nell’ascolto reciproco e nell’esercizio del discernimento comunitario, ospiti del Seminario, l’ultimo fine settimana di giugno.
Mi limito qui ad illustrare alcuni punti che sono emersi e sui quali la programmazione si è fondata. Prima fra tutti l’esigenza di far nascere e maturare nelle persone una fede incarnata, che “cambia la vita”: una fede che produce “stili di vita improntati all’insegnamento evangelico, che genera vocazioni alla responsabilità, che si traduce in forme contagiose di impegno, capaci di “fare opinione”, di cambiare in meglio il nostro tempo”. È una citazione del Presidente nazionale Franco Miano, ma è anche l’impegno che la Chiesa diocesana ha assunto per il prossimo anno: “Con Cristo o senza Cristo cambia tutto”, perché la fede ha l’aspetto quotidiano delle scelte comuni, feriali, oltre che quello più ampio che riguarda il bene comune, la vita sociale e politica.
L’impegno di una vita veramente ed integralmente cristiana è strettamente connesso a quello di far fronte alla cosiddetta emergenza educativa. Oggi non esiste più nessun automatismo nella trasmissione della fede, così come è venuta a mancare quella “coralità” cristiana della società di cui noi adulti abbiamo potuto giovarci. Oggi si diventa donne e uomini a partire da una chiara proposta di umanità e di fede fatta ai più giovani, da un paziente accompagnamento e da un sapiente ascolto, da un prendersi cura della vita dell’altro. Questa responsabilità è consegnata in primo luogo agli adulti, a quanto essi stessi sapranno crescere in umanità e forza di testimonianza e quindi recuperare in autorevolezza.
Credo che in tutto questo l’Azione Cattolica possa riscoprire un momento di grazia straordinaria, perché ha l’occasione di rimeditare e vivere con rinnovato impegno il suo carisma della cura educativa di ragazzi, giovani e adulti alla vita ordinaria, negli ambiti personali, relazionali e collettivi. Non a caso il Documento preparatorio alla prossima Assemblea Nazionale indica: “… In questa logica missionaria è importante, dunque, riscoprire la profezia di uno stile formativo che connota e qualifica l’Azione Cattolica quale strumento di annuncio, ricerca, riscoperta, crescita nella fede attraverso l’ordinarietà della vita associativa, il servizio e la dedizione alla Chiesa, la responsabilità verso la città e il creato, la profondità di un cammino personale e spirituale per ogni socio, la capacità di vivere, attraverso la sapienza evangelica, la vocazione laicale come chiamata alla santità”.
Mirna Ambrogiani
Vicepresidente Adulti