La macchinetta questa volta offre latte, e latte fresco. Per essere precisi si tratta di latte crudo, semplicemente filtrato e refrigerato senza subire altro trattamento (scrematura, pastorizzazione, omogeneizzazione, microfiltrazione), in grado dunque di “mantenere inalterate tutte le vitamine e le qualità nutrizionali” assicura la Coldiretti Rimini.
La “mucca automatica” è l’ultima novità in fatto di consumo della sana bevanda. E in Provincia “muggisce” che è un piacere. La prima comparsa l’ha fatta per la prima volta grazie all’intraprendenza di Stefano Serafini, il titolare dell’azienda agricola “Le Querce” di Morciano che nel maggio 2006 ha posizionato con successo il distributore a gettone sulla strada per Morciano. Da allora le “mucche automatiche” hanno cominciato a pascolare un po’ in tutto il territorio: prima a Villa Verucchio, poi a Rimini e Santarcangelo, infine a San Giovanni in Marignano e a Bellaria. E Savignano. In totale sono dieci (e un’altra è ai blocchi di partenza ancora a Rimini), un numero che si è sviluppato in fretta se rapportato al territorio, un’inezia se confrontato con i 250 distributori in funzione già dal 2006 in Lombardia, ad esempio, o alla Baviera dove sono in funzione già dalla metà egli anni Novanta.
La riscossa arriva dalla Valmarecchia, dove si cerca di recuperare il terreno perduto. L’esempio dei fratelli Paglia è esemplare. Silvio e Maurizio sono due fratelli originari di Mantova scesi in vallata da oltre un decennio con l’azienda di famiglia. Prendendo spunto da quanto fatto dal collega Serafini, i Paglia si son guardati attorno per puntare con decisione su Villa Verucchio. La casetta di legno vicino al centrale Bar Rosa, su un terreno di proprietà della Fer ma gestito dall’Amministrazione, dall’estate 2006 è meta felice di arzdore e consumatori. Emissari del Codacons verificano periodicamente che le promesse (latte buono e fresco) siano mantenute. Risultato (per ora): distributore promosso.
Il costo è accessibile: 1 euro al litro, oppure un solo bicchiere a 10 centesimi. “E qualità assicurata” spiega l’inventore del distributore Giancarlo Riminucci. Per i consumatori qualche timore infatti arriva dalla “tenuta”. Essendo latte non filtrato, per 48 ore mantiene inalterata la qualità se conservato in frigorifero e non necessita di bollitura. Superata la soglia dei due giorni, il latte può ancora essere bevuto ma bollito. I controlli Ausl sono comunque severi. “La vendita del latte è condizionata da alcune premesse imprescindibili: corretta gestione della stalla, sanità della mandria che fornisce il latte, attivazione di controlli da parte dei servizi sanitari e veterinari” spiegano. Tutte le informazioni sono incorporate nel distributore: basta digitare il codice (in possesso dei sanitari) e compare sul display l’indagine sulla qualità della bevanda. Se il ricambio giornaliero di latte non è assicurato, poi, la macchina si ferma. Stesso discorso per i formaggi, perché la mucca automatica di Villa Verucchio vende anche “caciotte” fresche: se scaduti, la distribuzione si interrompe automaticamente. La risposta al pubblico.
Chi è soddisfatto è Terzo Gessaroli, la cui azienda familiare fornisce latte alla mucca di Santarcangelo. “È un servizio ai cittadini e una fonte alternativa di reddito per aziende come la nostra”. Tra i produttori uscita invece più di una perplessità l’installazione da parte di un commerciante del distributore a Bellaria, la cui fornitura di latte arriva dall’azienda Tosi di Pietracuta.
L’iniziativa del bancomat del latte riscuote applausi anche negli uffici delle associazioni. “Rappresenta un’ottima opportunità sia per le imprese agricole che per i consumatori. – assicurano da Coldiretti – Il successo ottenuto è frutto di diversi fattori. Innanzitutto la bontà del latte appena munto. Inoltre, i consumatori acquistando sono certi della provenienza locale della produzione. Un altro vantaggio rappresentato dai distributori automatici è l’apertura 24 ore su 24. Infine – conclude Coldiretti – comprare direttamente il latte consente ai consumatori di risparmiare almeno il 30% sul prezzo praticato dai negozi”. L’altra faccia della medaglia infatti è rappresentato da negozi, catene alimentari e grandi marche produttori di latte che si vedono intaccare il mercato. D’altra parte per l’assessore Mauro Guerra (Comunità Montana altaValmarecchia) “è un mezzo per garantire la sopravvivenza di alcune aziende agricole”. I Paglia, ad esempio, nel 2006 vendevano latte alla Granarolo per 30 centesimi; dalla macchinetta incassavano 1 euro al litro. A Villa Verucchio eroga circa 220 litri di latte al giorno e circa 3 kg di formaggio. Per assicurare la fornitura l’azienda ha raddoppiato il distributore a Spadarolo, ha aumentato la stalla (oggi 40 capi) e festeggiato un’assunzione. “E pensiamo di installare il terzo distributore”. In alto i calici. Riempiti di latte, naturalmente.
Paolo Guiducci