Fino a qualche tempo fa a Rimini non c’era nessun vero palacongressi in grado di competere realmente sul mercato internazionale. Oggi, invece, lo inaugura Riccione, e a breve arriverà quello di Rimini. Che, se non si fosse incartato in un paio di incidenti di percorso, sarebbe arrivato quasi in contemporanea con quello riccionese. Il Rimini per anni interminabili non è riuscito a schiodarsi dalla C2 e da quella pagina 217 del televideo che ormai era diventata una maledizione. E poi, finalmente, uno spettacolare doppio salto in alto fino alla serie B, nell’arco di appena tre stagioni. Rimini fino al 2005 non aveva nessun ipermercato. E poi ne sono arrivati due in una botta sola, inaugurati a due settimane l’uno dall’altro. Dalle nostre parti siamo così: magari ci mettiamo gli anni a fare le cose, però quando ci sblocchiamo siamo anche capaci di farne due alla volta. Sarà un po’ anche la nostra indole di “sboroni”, termine colorito e un pò volgarotto ma ormai di uso comune per esprimere la grandeur alla riminese. E adesso non ci resta che aspettare fiduciosi la prossima doppietta. Che ci piacerebbe essere quella finalmente risolutiva per la nostra viabilità: al mare – col TRC, una ferrovia interrata, una funicolare orizzontale o qualsiasi stratagemma che risolva il problema – e a monte, con una nuova Statale che dia una bella spurgata al traffico. Auspicio troppo ambizioso? Vabbé, intanto potremmo accontentarci di qualcosa un po’ più alla portata. Magari il Rimini in serie A e la Champions League. Ovviamente una subito dopo l’altra, come piace tanto a noi riminesi.
Maurizio Ceccarini