Un bollettino di guerra quotidiano. Solo che, invece di essere al fronte, il teatro delle scorribande è il Centro città e alcuni spazi verdi, in modo particolare il parco Cervi. Non passa giorno che quotidiani e siti on line non scrivano di arresti o di atti sconsiderati. Un mesetto fa, per esempio, a finire nel mirino dei teppisti, è stata la piccola veranda de «La Bussola», in via Sigismondo. Vetri rotti, sedie divelte, tavolini ribaltati e le solite scritte utilizzando lo spray. Una zona che purtroppo non è nuova a questi fatti. La piazzetta antistante la chiesa di Sant’Agostino è spesso ricovero di ubriachi che fanno di tutto. Ne sa qualcosa il proprietario dell’edicola che ogni giorno, quando arriva alle prime luci dell’alba, è costretto a tirare su di tutto. Stesso discorso per il Rione Montecavallo dove i residenti non ne possono più di risse, droga, alcol e degrado. “A parte lo spaccio a tutte le ore del giorno, guardate i muri delle case, – dice arrabbiato il proprietario di un esercizio commerciale – non ce n’è uno bianco: tutti imbrattati. È uno schifo! Per non parlare degli ubriachi che vengono qui a fare i loro bisogni”.
Altra zona «calda» è quelle delle cantinette. Sui banchi, e nei dintorni, della Vecchia Pescheria accade di tutto. Ma qui, il Comune, sembra aver già trovato la soluzione: obbligare i locali a dotarsi di vigilantes. “Quello che succede al di fuori dei pubblici esercizi è anche responsabilità dei gestori – conferma l’assessore alla Sicurezza Jamil Sadegholvaad – si sta quindi valutando di far dotare i locali di una vigilanza privata, come hanno fatto alcuni bagnini quest’estate. I problemi ci sono, ma sono quelli di tutte le città universitarie: abbiamo 5mila studenti che a una certa ora, dopo aver studiato, escono e vanno in giro”.
C’è poi l’allarme parchi. Molti spazi verdi della città sono utilizzati per acquistare e vendere droga. Il parco Cervi, per esempio, è una «piazza» molto ambita. Ogni giorno vengono fatte decine e decine di segnalazioni. Anche per i balordi che frequentano l’area verde: soprattutto dall’Arco d’Augusto fino alla stazione. “Con i figli provo ad avventurarmi in bici nel parco – è sconsolato un avvocato riminese – ma la sensazione è di essere indesiderati”.
“I nostri figli – rilancia un gruppo di genitori – frequentano le scuole medie Panzini. Abitando a Marina centro, fare il parco, in bici, per loro è l’ideale. Purtroppo, però, siamo sempre in pensiero e diciamo loro di percorrerlo sempre in compagnia. Lo scorso anno, per esempio, mia figlia che aveva 11 anni, è tornata in lacrime perché un uomo le aveva detto qualcosa e poi aveva finto di inseguirla”. Questo di giorno, figurarsi la sera. “Da qualche tempo andiamo a correre con alcune amiche – dice Monica – ma dal parco è impossibile passare. Ed è un vero peccato perché arrivare fino al Palacongressi e tornare indietro sarebbe splendido”.
Anche qui il Comune sembra aver trovato una soluzione: aumentare i controlli. “La situazione la conosciamo bene, nel caso del parco Cervi, in buona parte, sono profughi africani che sono stati identificati e lo stesso si sta facendo con quelli del mercato coperto che questuano. – sottolineano da Palazzo Garampi – Abbiamo chiesto alle cooperative che li accolgono di controllarli maggiormente”. Sadegholvaad è duro: “Fosse per me a chi commette un reato andrebbe tolto il permesso di soggiorno e rimpatriato”.
Con la speranza che le misure prese, e che verranno prese, servano a migliorare la situazione.
Francesco Barone