Donne e lavoro: Francesca Castellani, plurilaureata, dirige il Laboratorio Ricerca Rapida Analisi Cliniche dell’ Infermi. Una biologa con 11 specializzazioni e master: “Ogni notte dobbiamo refertare 70/100 analisi. L’Ospedale di Rimini è uno dei più attivi dell’Area Vasta Romagna”
Donne – Responsabilità, impegno, competenze, motivazioni, dedizione, organizzazione, sono solo alcune delle necessarie premesse per illustrare in parte, ciò che ritma, da molti anni, una normale giornata lavorativa di Francesca Castellani, dirigente biologo presso il LRR (Laboratorio Ricerca Rapida) Analisi Chimico Cliniche del Dipartimento Patologia dell’Ospedale Infermi di Rimini.
“Da quella laurea in Scienze Biologiche conseguita nel ’78 a Bologna – precisa la dottoressa – ho ritenuto utile affiancare una prima specializzazione in Patologia Clinica (i laureati non possono entrare in reparto se non hanno laurea e specialità) Poi ho conseguito dei master utili e complementari alla mia professione e ho aggiunto competenze che riguardano la sfera sociale, una mia grande passione”.
Di curriculum vitae così se ne vedono pochi: 11 specializzazioni, corsi di formazione, master di gestione sanitaria e certificazione di qualità come Biologo Consulente – Docente presso Industrie alimentari, Laboratori di analisi ambientali, pubblicazione di studi su Quaderni di Microbiologia, La sicurezza nei laboratori analisi, conoscenza nella Medicina del Lavoro, Microbiologia Industriale, Biochimica Clinica LRR Urgenze…
“Ho fatto un percorso articolato su due livelli – prosegue Castellani -. Uno è prettamente lavorativo; poi ho voluto sposare due lauree facendo un master a Roma (Tor Vergata) in Tecniche gestionali nella medicina di laboratorio e a Modena (2008) in Transculturale nel campo della salute del lavoro e del Welfare, ampliando e focalizzando l’attenzione sulle diversità del mondo sanitario, le migrazioni, le nuove emergenze sanitarie e, man mano che si presentava occasione, il volontariato”.
Le problematiche legate alla migrazione dei popoli che fuggono da zone di guerra o da regimi dittatoriali sono di stretta attualità. Ha sviluppato altri impegni in campo sociale?
“Si, Sociologia è una mia grande passione, mi affascina;tutti i corsi di perfezionamento sono legati a questa laurea: antropologia sociale (specializzazione in Antropologia culturale e Sociologia delle migrazioni) e competenze in Medicina delle Migrazioni”
Qualche altro corso?
“Sociologia sanitaria, Antropologia medica, Formazione degli adulti, Pedagogia sanitaria, Attività di docenza dei Corsi Infermieristici, diploma di Tecnico Ambiente e sicurezza nell’ 85 e master a Torino in Psichiatria transculturale (2002)”.
Come riesce a mettersi in ascolto e relazionarsi col prossimo?
“Al mio attivo c’è una vivace attività giornalistica all’Università e presso associazioni di volontariato come relatore su vari temi. Curo la gestione dei corsi di formazione in Azienda (Rimini) in qualità di docente e di organizzatore della formazione all’interno del Servizio LRR”
Entrando nello specifico dell’attività lavorativa, i suoi turni coprono solo l’orario diurno?
“No, la notte scorsa ho avuto un turno; la regola è che deve essere sempre presente un Tecnico Laureato in Laboratorio a supervisionare certi tipi di analisi”.
Di notte si fanno analisi?
“Si, c’è un’intensa attività di prelievi del Pronto Soccorso oltre ai reparti che ci richiedono, con massima urgenza, il referto. Ogni notte dobbiamo refertare 70/100 analisi. L’Ospedale di Rimini è uno dei più attivi dell’Area Vasta Romagna. Nel 2015 sono state effettuate 137.888 analisi in gennaio, 125.638 in febbraio, 140.521 in marzo con un picco di 148.346 in luglio. Il laboratorio RR è aperto 24 ore su 24 con Guardia attiva di Tecnici e reperibilità di laureati (medici o biologi). Se il medico ha esigenza di un esame in rapidità il nostro laboratorio è in grado, in mezz’ora, di refertare. Un altro incarico che posso svolgere, essendo un dipendente pubblico, è quello di perito per il Tribunale CTU (Consulente Tribunale) e spesso riguarda l’ambiente”.
La sua è una professione con esigenze particolari: rapidità di esecuzione, sicurezza dei dati rilevati, risposta inequivocabile di refertazione. E’ capitato che il macchinario col quale si svolgono le analisi abbia sbagliato?
“Il Dirigente, prima di apporre la validazione, deve vedere se il dato emesso dalla macchina è compatibile con il contesto degli esami del paziente. Gli apparecchi sono monitorati di continuo con programmi standardizzati di controllo che hanno calendari precisi, però l’errore può capitare. Viene fatto un controllo di qualità sull’apparecchio se i dati sono nei range (standard) e se gli analìti sono sotto controllo. Essendo tutto automatizzato, ci si pone la domanda: cosa è stato sbagliato? La macchina è programmata in modo che, automaticamente, il dato è sempre ricontrollato. Noi lavoriamo con barcode (codice a barre) e in sicurezza; ci potrebbero essere problematiche legate alla fase pre-analitica”
Il laboratorio RR dell’Infermi necessita di nuove apparecchiature o strumentazioni più sicure?
“Il rinnovamento della strumentazione andrebbe fatto periodicamente, ma le spese sono programmate dal Laboratorio Principale dell’Area Vasta di Pieve Sestina. Noi possiamo chiedere una maggior manutenzione”.
Da Biologa cambierebbe qualcosa nel sistema, farebbe più prevenzione?
“Per la donna manterrei le attività preventive per il tumore al seno e al collo dell’utero, ma si parla di cambiamenti sullo striscio. Farei prevenzione per tumore all’intestino con sangue occulto, il Psa per il tumore alla prostata, ecc.”.
A volte apprendiamo notizie sulla salute pubblica che ci dovrebbero allertare; le ultime riguardano i casi di meningite che nel 2016 in Toscana hanno già fatto 3 vittime. Come si può diffondere la notizia senza scatenare il panico?
“Io ho utilizzato un social, postando un articolo inerente i casi di meningite, direttamente sulla mia pagina Facebook perché ho trovato molto indifferenti i media su questo grave fatto (radio, tv, giornali); trovo che un social sia un ottimo strumento per diffondere notizie a costo zero. Mi sembrava importante lanciarla in rete perché secondo me è stata sottovalutata. Occorre salvaguardare un bene prezioso come la nostra salute”.
Come mai alcuni genitori negano ai figli le vaccinazioni, quando il pericolo di contagio ricade sulla gestione della salute collettiva? Perchè rifiutare il progresso scientifico?
“Personalmente sto sulle spine per tutti quei bambini i cui genitori rifiutano a priori la vaccinazione, non vorrei avere la grave responsabilità di un figlio che si ammala di meningite, o peggio, se si estendesse la malattia che purtroppo prevede anche esito mortale se non viene riconosciuta in tempo. Secondo me c’è completa disinformazione o cultura in merito”.
Laura Carboni Prelati