Saranno 57mila i cittadini riminesi a cui verrà eseguito, gratuitamente, il test sierologico.
A dirlo è l’Ausl Romagna che, nei giorni scorsi, ha fatto pervenire ai medici di medicina generale un documento dove viene spiegato tutto nei minimi dettagli.
I primi a essere sottoposti al test saranno tutti i soggetti contatti di casi noti, circa 5mila.
Successivamente saranno contattati tutti i soggetti guariti, circa 1.600. Infine verranno effettuati test su un ulteriore campione di popolazione di 50mila soggetti presumibilmente sani, ossia che non hanno mai eseguito né sierologia né tampone, campionata random, in modo proporzionale per fascia di età, sesso e comune di residenza. Tutti questi soggetti si legge nel documento verranno contattati telefonicamente da parte dell’Ausl Romagna per fissare un appuntamento.
Cosa prevede il test
ll test di screening prevede un solo prelievo ematico per la ricerca di IGG e IGM anti Covid-19, e sarà eseguito presso i punti prelievo aziendali. Il test, in questo caso, sarà completamente gratuito. In caso di positività del test sierologico, verrà programmata l’esecuzione del tampone NF. L’esito del test verrà comunicato al cittadino e al suo medico di medicina generale tramite la rete Sole. In caso di positività del test, il soggetto dovrà rimanere in isolamento precauzionale fiduciario fino all’arrivo dell’esito del tampone.
Per la restante popolazione
Per i cittadini che non appartengono alle prime due categorie del campione, e che desiderassero eseguire il test sierologico, la Regione ha chiarito il percorso attraverso apposito intervento normativo. Sarà il medico di medicina generale a valutare la richiesta dei propri assistiti, rilasciando la richiesta in carta libera nei casi ritenuti pertinenti. Come spiega nell’articolo principale l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini.
La Regione Emilia Romagna ha detto sì ai test sierologici. E nei giorni scorsi, la campagna di screeening, ha preso il via.
Prima Piacenza, il territorio più colpito. Poi Rimini e Medicina. Sono due i test autorizzati, come due sono i costi. Aziende e privati possono chiedere di effettuarli, ma con modalità diverse. A farci un quadro più esplicativo è l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. Che ci spiega anche cosa accadrà nel caso in cui si venisse trovati positivi agli anticorpi IGG e IGM.
Assessore, che cos’è un test sierologico e come si effettua?
“Il test sierologico si divide in due categorie: quello rapido, il cosiddetto pungidito, e quello con prelievo venoso. In entrambi i casi il sangue viene processato con dei reagenti, permettendo di arrivare a determinare la presenza degli anticorpi IGG e IGM al virus Covid-19”.
Secondo lei qual è il più preciso?
“Sono sostanzialmente equivalenti se ci si limita alla ricerca degli anticorpi. Il vantaggio del prelievo venoso, in ragione della maggior quantità di sangue prelevato, è che consente un esame ematico completo”.
Tutti potranno fare il test?
“La Regione è stata chiara su questo.
Le aziende che ritengono di voler effettuare lo screening sierologico ai propri dipendenti in
vista della riapertura, lo possono fare rivolgendosi ai laboratori privati autorizzati. Laboratori, va sottolineato, che utilizzano solo test a cui la Regione ha dato il consenso”.
I costi sono a carico di…?
“I costi dello screening sono a carico dell’azienda”.
Anche i semplici cittadini si possono sottoporre al test?
“Certo! In questo caso, però, è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia che, dopo un’analisi di ogni singolo caso, valuterà se sia opportuno andare alla prescrizione del test, rilasciando una ricetta bianca, quindi a pagamento. A quel punto il cittadino è libero di rivolgersi a uno dei laboratori privati autorizzati dalla Regione. Vorrei sottolineare che alle due modalità appena illustrate, si affianca l’attività di screening che la Regione sta facendo da tempo sul personale sanitario e sulle categorie di lavoratori a rischio, come ad esempio le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, la Polizia Penitenziaria ecc… Siamo già a circa 90mila test sierologici effettuati con questa modalità. A Piacenza, inoltre, è stato appena avviato uno screening su 60mila persone, divise in due gruppi, ognuno di 30mila persone. Il primo è riferito a chi ha avuto contatti dubbi con persone positive. Il secondo è, invece, indirizzato a un campione generico della popolazione.
Anche a Rimini e a Medicina, che con Piacenza sono le due zone che maggiormente sono state colpite dal Coronavirus, si sta lavorando per fare partire analoghe attività di screening, con numeri e modalità che sono in fase di definizione”.
Che costi hanno i due test?
“Il prezzo è determinato dal libero mercato, ma la Regione intende contrastare qualunque attività speculativa su questo fronte e indica un prezzo di riferimento di 25 euro per il pungidito, 25 euro per l’esame ematico per la ricerca degli IGG e 25 per l’esame ematico sugli IGM, quindi per il secondo la spesa totale è di 50 euro”.
Se un cittadino venisse trovato con gli anticorpi IGG o IGM attivi, quale sarà la procedura?
“In tutti questi casi scatta l’isolamento precauzionale e viene prescritto il tampone, che rimane l’unico strumento diagnostico che assicura la diagnosi di eventuale positività al Coronavirus. Il costo del tampone è a carico dell’Ausl nel caso dei privati cittadini che si erano rivolti al proprio medico per effettuare il test sierologico e, naturalmente, anche nei casi degli screening che la Regione sta effettuando sul personale sanitario e categorie a rischio, oltre che a Piacenza. Diverso il caso delle aziende. I costi dei programmi di screening avviati volontariamente e nell’esercizio della loro responsabilità d’impresa, nonché a supporto del riavvio delle attività, sono a carico delle aziende stesse per tutto il percorso, compreso l’eventuale tampone”.