Don Natale Villa nasce a Vallecchio nel 1866 il 24 dicembre. Vive con la famiglia per diciassette anni prima di entrare in seminario, indirizzato dal suo parroco don Domenico Tomasetti, che lo vede quotidianamente perché i genitori vivono vicino alla canonica. Frequenta il seminario e diviene Cappellano di Vergiano nel 1890. Alla morte dell’Arciprete Giovanni Zannoni fu nominato Economo e nel 1897 divenne parroco. Dovette attendere altri documenti fra cui il Regio Placet e poi prese possesso della parrocchia il 16 ottobre 1898 fino alla morte che sopraggiunse nel 1953. Visse quindi in questa comunità per ben sessantatrè anni.
Un tempo davvero lungo in cui l’arciprete don Natale ha saputo condividere con i suoi parrocchiani tutte le problematiche di un periodo segnato da due guerre mondiali, la mancanza del necessario per vivere, le difficoltà presenti in ogni vita. Eppure ha saputo farsi prossimo a tutti, nel dialogo come primo strumento, con la preghiera e la testimonianza di una fede incilità e disponibilità verso l’altro continue, non è mancata l’azione. Di fronte alla sofferenza dei suoi parrocchiani ha cercato e trovato le risposte alle diverse necessità: un fondo per le vedove della prima guerra, la fondazione di una banca, divenuta poi la Cassa Rurale Valmarecchia, oggi Banca di Credito cooperativo, la distribuzione di viveri come la farina alle famiglie, ma anche la costruzione di luoghi ricreativi di fianco alla chiesa in cui giovani e adulti si potessero ritrovare, anche per suonare e formare una banda, allora famosa in tutta la Valmarecchia. Non ha dimenticato di ampliare la chiesa che con lui acquista la forma in cui ancora oggi la vediamo, e di migliorare tutti gli ambienti posseduti dalla medesima.
Quali sono i motivi che portano una comunità a ricercare informazioni su un parroco vissuto ormai tanti anni fa? Come è possibile un ricordo ancora così vivo fra la gente?
La risposta è complessa: sicuramente la curiosità di conoscere ancor meglio un parroco riservato che ha fatto del bene comune il suo obiettivo, dopo una continua testimonianza di fede e di preghiera, ma anche il desiderio di non perdere la memoria di un prete cordiale con tutti e presente sempre nelle difficoltà di ogni tipo. Inoltre la consapevolezza che l’attività pastorale e non, di un parroco vissuto così tanto tempo in una zona, ha influito sullo stile della nostra comunità e infine la riconoscenza per tutto quello che ha fatto tra noi.
Per questo sono stati raccolti dati sulla sua vita, sia da documenti sia da testimonianze, e ne è nato un libro: Don Natale Villa. Arciprete di Vergiano edito da il Ponte, che tenta di coprire le lacune relative alla conoscenza della sua figura.
Ciò che colpisce è l’attualità con cui ha saputo affrontare le problematiche del suo tempo. Ad esempio la Banca con sede a Vergiano, operante anche nelle parrocchie di Spadarolo e San Lorenzo a Monte, ricorda la necessità di rispondere alle esigenze di oggi attraverso una pastorale integrata. La disponibilità di un fondo per artigiani e operai al quale potevano accedere durante l’inverno quando il lavoro scarseggiava. La richiesta alle famiglie più ricche di essere capaci di aiuto verso gli altri meno fortunati con il riconoscimento di un giusto interesse. Il dialogo con tutti, anche con chi professava idee politiche diverse e in quei momenti storici, a volte difficili da sostenere, per le dure prese di posizione. Emerge da tutto ciò una rara intelligenza e un amore profondo verso le persone a lui affidate che riconosceva dalla voce quando ormai era cieco e alle quali voleva insegnare il valore di “andare d’accordo” partendo dalla famiglia fino al vicinato. Aveva uno stile di vita sobrio e non accettava per sé quello che altri in parrocchia non avevano, come ad esempio un abito nuovo se dei bambini non avevano il loro.
Altri aspetti importanti della sua persona saranno oggetto di riflessione nella serata aperta a tutti e dedicata alla presentazione del libro, il 17 maggio alle ore 21 presso la Chiesa S. Maria della Neve in Vergiano.
Dea Gualdi