Dopo gli ultimi 5 mesi di carrozzella fra Casa del Clero e ospedale, don Ivo Rossi ci ha lasciato all’età di 88 anni. Nato da una famiglia molto religiosa, credente e timorata di Dio, don Ivo non ha esitato a chiedere di entrare in seminario durante la prima media nel 1938. Erano gli anni del Seminario di via IV Novembre. Nonostante la forte difficoltà del momento e la seconda guerra mondiale, il 12 agosto 1951 divenne sacerdote. Dopo un breve giro di un anno fra varie parrocchie, il Vescovo lo destinò a Bellaria mare nell’ottobre del 1952. “Il parroco di allora, don Giuseppe Canini, aveva un carattere forte, ma allo stesso tempo era generoso ed espansivo – ci diceva Don Ivo – ma sicuramente egli ha contribuito molto nella mia formazione di sacerdote”. Visse a Bellaria per circa 11 anni, formandosi pienamente come prete.
Con l’aumento vertiginoso della popolazione collegato anche con lo sviluppo turistico del dopoguerra, spinse l’allora vescovo di Rimini ad istituire una nuova parrocchia a San Mauro Mare: scegliendolo come parroco a partire dal 13 marzo 1963. Solo pochi anni fa ci ha confidato come andò quella scelta, rendendo pubblico il colloquio con mons. Biancheri. Queste le testuali parole: “Il Vescovo mi proponeva di recarmi a Bordonchio oppure qui a San Mauro a Mare; senza esitazione scelsi questa destinazione per un duplice motivo: conoscevo già il territorio, le persone ed ero stimolato dalle tante realizzazioni che si dovevano fare poiché non c’era nulla…o quasi”. Poteva scegliere una parrocchia storica, una chiesa antica e ricca di tradizione, ma invece scelse “il nulla…o quasi”.
La Diocesi era proprietaria solo di una piccola casa, sulla via Marina, all’angolo con il passaggio a livello costituita da quattro stanze, ma sprovvista di tutto, anche dei più elementari servizi igienici che erano distaccati dalla casa con un gabinetto realizzato con tramezze a ridosso della ferrovia. I primi tempi furono particolarmente difficili, segnati da privazioni materiali e da una logistica particolarmente povera. Come spesso ci ha rammentato “La parrocchia è sorta con 4 F… Fame, Fumo, Freddo e Fastidi”.
Nonostante ciò costruì subito in estate un asilo estivo di cui la zona era priva, per passare in inverno alla sua vera prima chiesa realizzata in forma semplice delle dimensioni di 16 X 8 metri e inaugurata nel 1964. Poi si dedicò ai giovani costruendo un campo di calcio ed una pista di pattinaggio a fianco della chiesa, a ridosso del nuovo campanile in acciaio.
Venne poi il tempo di realizzare qualcosa di maggiormente dignitoso per la vita stessa del sacerdote, fino a quel momento vissuto fra tanta precarietà: una nuova abitazione ed un nuovo salone (capannone), inaugurati nel 1970. Il salone divenne poi nel tempo il punto di ritrovo, negli anni, per molti giovani, un vero e proprio riferimento nella semplice vita del tempo. Era proprio polivalente, poiché si faceva formazione nella fede e, al contempo, si svolgevano moltissime iniziative di svago: le proiezioni di film nelle domeniche pomeriggio invernali, i festival canori di primavera, le feste di carnevale parrocchiali, le rappresentazioni, le recite e tanti giochi, dalle carte ai biliardini al ping-pong. Al mattino, in quel locale, in inverno, vi era anche la scuola materna. Ma a don Ivo questo non piaceva è così, piano piano, riuscì a costruire un nuovo asilo, nel 1973.
Però la chiesa era troppo piccola per l’estate e così, con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, si decise di mettere in vendita al comune di San Mauro il nuovo asilo e di realizzare la nuova chiesa di Santa Maria Goretti, che venne inaugurata dal vescovo Mariano il 25 marzo 1990. Proprio durante l’omelia il Vescovo disse: “Non mi è mai capitato di veder realizzata una nuova chiesa senza neppure l’accensione di un mutuo. Complimenti don Ivo”. Tutto merito dei parrocchiani e dei tanti fedeli estivi che contribuirono con molta efficacia.
Il tempo e la società cambiavano e don Ivo, a ridosso dei suoi 75 anni, decise di fare un altro passo: la costruzione di una nuova canonica, con aule di catechismo e salone parrocchiale. Il fabbricato venne inaugurato, sempre dal vescovo Mariano, il 5 ottobre 2002, giorno in cui, don Ivo, lasciava l’incarico dall’ufficio di parroco con l’ingresso di don Mirco. Da quel giorno, sino a meta giugno di quest’anno, don Ivo ha collaborato con il parroco, senza mai tralasciare il proprio confessionale, la messa, il colloquio con i tanti fedeli che ancora lo cercavano.
Questo sacerdote ha fatto e costruito veramente tanto per la cittadina e per la propria parrocchia, ma ciò che, forse non è stato ancora detto, è soprattutto la sua capacità di aver costruito una comunità di persone. Lui è giunto in un luogo lontano dal comune capoluogo, distante dai principali centri, distaccato da altri luoghi significativi. Da solo ha raccolto noi ragazzi e le tante famiglie per farci sentire persone vive e presenti in questo territorio. Ci hai costituti come una vera e bella comunità. Ha creato un territorio, una nuova comunità.
È stato quindi bello ascoltare l’omelia del vescovo Francesco durante le sue esequie, dove, nelle ultime parole dedicate a don Ivo ha detto: “Una persona semplice, umile, che da lassù guiderà con tenerezza e costanza i nostri buoni propositi”. Vedremo di non mancare a ciò che Tu hai tanto fatto per noi. Grazie, don Ivo.
Raffaello Dellamotta