Concelebrano l’arcivescovo di Genova e quello di Bari-Bitonto, insieme al Vescovo di Rimini
Chiusura dell’Ottocentenario al Tempietto di S. Antonio con intervento di mons. Anselmi
Domenica 12 novembre, alle ore 17.30 in Basilica Cattedrale a Rimini, Messa solenne a conclusione dell’Anno Antoniano (Ottocentenario Sant’Antonio a Rimini 1223-2023).
La S. Messa sarà celebrata da S.E. Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, e S.E. mons. Nicolò Anselmi, Vescovo di Rimini. Concelebrerà S.E. mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto.
Oltre ai legami con il Vescovo Anselmi, la presenza di mons. Tasca alla conclusione dell’anno Antoniano è data dal fatto che dal 2007 al 2019 ha ricoperto l’incarico di Ministro generale dell’Ordine dei frati minori conventuali.
L’animazione musicale della celebrazione è affidata alla Cappella Musicale Malatestiana, diretta dal maestro Filippo Maria Caramazza, le letture saranno proclamate da membri del Comitato per le celebrazioni antoniane.
Al termine della S. Messa, processione con la reliquia ex corpore di Sant’Antonio (proveniente dalla Basilica del Santo di Padova) fino al Tempietto di Sant’Antonio in piazza Tre Martiri.
Il Vescovo Nicolò, dopo una breve preghiera, chiuderà l’Anno Antoniano, iniziato l’8 giugno scorso e proseguito con una lunga serie di iniziative religiose, di arte, spettacolo e convegni.
Alla realizzazione di questo Anno ha lavorato il Comitato apposito, formato da realtà culturali che da tempo e in modalità
differenti, ‘lavorano’ su Sant’Antonio, unitariamente alla Diocesi di
Rimini.
Il logo, realizzato da Giuseppe Mazzotti, raffigura l’Arco d’Augusto sul Ponte di
Tiberio, con la scritta 800 che disegna le arcate del ponte, mentre il pesce in
basso riporta alla memoria il miracolo dei pesci operato da Sant’Antonio proprio
a Rimini.
Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo di Rimini:
“Sono rimasto favorevolmente colpito dalla feconda presenza di Sant’Antonio a Rimini, così come dalle tracce non marginali di francescanesimo in Diocesi.
Tra i tanti aspetti che caratterizzano il Santo, ne metto due in rilievo.
- Antonio è un grande teologo e predicatore, il cui stile francescano dell’annuncio non dovremmo affatto dimenticare né chiuderci nel nostro orticello, ma essere capaci di donare, di sentirci vicini ai poveri del mondo.
- Antonio è un santo dalla grande concretezza: ha edificato e strutturato un gran numero di conventi.
Entrambi questi aspetti – la missione e la concretezza – hanno a che vedere con lo spirito romagnolo”.