Lungi da noi la pretesa di sostituirci ai prestigiosi architetti internazionali che stanno presentando i loro progetti per riqualificare il lungomare di Rimini.
Visto che però si vuole riqualificare radicalmente la cartolina, perché non osare al massimo? Il modello potrebbe essere quello dei fiordi, i bracci di mare che s’insinuano nella costa tipici della Scandinavia. Il colpo d’occhio sarebbe un po’ tosto da digerire, ma così aumenterebbero a dismisura i chilometri di bagnasciuga: “Rimini, l’unica città con 50 chilometri di spiaggia!!!”. E i progetti potrebbero starci tutti, senza scontentare nessuno: aree verdi e cemento, negozi vecchi e nuovi, parcheggi sotto e sopra, davanti e di dietro. Spiagge per famiglie, per giovani, per sportivi, per poltroni, spiagge riservate per arabi danarosi e spiagge libere per italiani in bolletta (con le sdraio comprate all’Ikea, di prossima apertura a Rimini, in omaggio al modello scandinavo).
Per ogni fiordo, una sua banchina: una per il diporto, una per ristoranti e locali, una per la passeggiata e per i riminesi che amano far notte con la canna in mano (da pesca, s’intende). Come dite? Chi paga tutto questo? Dimenticavo le paroline magiche: project financing. Il projectce lo mettiamo noi, e pure gratis. Il financing, c’è tempo: in qualche modo si farà: i fiordi, quelli veri, ci son voluti millenni per farli. Per farne qualcuno finto, anche tirandosi su le maniche e sbadilando per bene, un pochetto ci vorrà pure.
Maurizio Ceccarini