La presenza del vescovo Nicolò all’iniziativa ‘ Ci vediamo al parco’ organizzata dal gruppo Trans & Non-binary di Arcigay Rimini in occasione della ‘ Giornata della visibilità transgender’ ha creato perplessità e imbarazzo anche in parte della comunità cristiana, non abituata ad agire e riflettere, se non con categorie di giudizio, su certi temi, certo delicati e complessi.
Intercettato da una troupe della Rai, il vescovo Nicolò ha spiegato con semplicità il suo gesto: “ Probabilmente dobbiamo camminare ancora, ma la strada che il Vangelo e Gesù ci hanno indicato è quella di accogliere veramente tutti”. Ha poi argomentato: “ È bello essere qui, mi sembra anche doveroso perché Dio è veramente padre di tutti. Anche il Santo Padre ce lo ricorda, ma anche Gesù ce l’ha ricordato: ‘Padre nostro’, e in questo nostro ci siamo tutti. Per cui non vedo perché non dobbiamo essere qua. Credo che la Chiesa non escluda nessuno per cui non c’è proprio motivo.
Certo, probabilmente dobbiamo camminare ancora su questi temi, però mi sembra che la strada che il Vangelo ci indica ma che anche il Papa ci ha indicato, sia quella di accogliere veramente tutti”.
È nello stile di monsignor Nicolò incontrare le persone senza fare distinzione di colore, lingua, scelte di vita, di politica, di ceto sociale. Ne ho avuto esperienza personale stando con lui due giorni fra la sua gente del centro vecchio di Genova. Non c’è distinzione né per la loro storia, né per le scelte compiute e neppure per ciò che rappresentano.
Per il cristiano – e soprattutto per un Vescovo – sono fratelli da incontrare ed accogliere.
È lo stile di Gesù nel Vangelo, con le donne, i lebbrosi, i samaritani, le prostitute, i bambini, i diversi e gli ultimi per le regole del mondo di allora. Frequentarli ed accoglierli non significa necessariamente condividerne le scelte, ma smettere con l’atteggiamento di chi – da ‘puro’ – si distingue.
Siamo tutti bisognosi di misericordia.
Del resto l’iniziativa “ Ci vediamo al parco” non aveva scopi di propaganda di idee, né obiettivi “di classe” se non la lotta a ogni discriminazione.
Su questo tema il giorno dopo l’incontro è uscita la Dichiarazione Dignitas infinita, circa la dignità umanadel Dicastero per la Dottrina della Fede.
La Dichiarazione parla di « dignità infinita », un aggettivo che indica come la dignità sia esente da limiti quantitativi nel tempo e nello spazio: è in ogni uomo, in tutti gli uomini; da sempre e per sempre; ovunque. La dignità riguarda l’uomo in quanto uomo, al di là di ogni apparenza esteriore sul piano fisico, psichico e/o sociale.
Nell’introduzione al capitoletto che condanna la teoria Gender è scritto: « La Chiesa desidera, innanzitutto, ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare “ogni marchio di ingiusta discriminazione” e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza ». Altro è accogliere le persone e ascoltarle – ed è ciò che ha fatto don Nicolò – altro è giustificare teorie contrarie al Vangelo e anche alla stessa dignità umana.