La Chiesa cattolica diocesana di Rimini e le comunità islamiche della Provincia di Rimini hanno organizzato insieme la prima giornata di dialogo cattolico-islamico svoltasi sabato 17 novembre presso i locali della Caritas, in via Madonna della Scala.
L’evento rientra nelle iniziative della XXVII giornata del dialogo cristiano islamico che si celebra ufficialmente in Italia il 27 ottobre e che si sviluppa localmente anche nei giorni successivi.
Il titolo dell’iniziativa, Ogni uomo è mio fratello, è stato introdotto da un breve filmato proposto da un gruppo di giovani musulmani, appartenenti all’organizzazione no profit Partecipazione e spiritualità, che ha voluto documentare l’esperienza della fraternità proposta dal titolo attraverso immagini e messaggi della tradizione cattolica e della tradizione islamica.
Ha fatto seguito il saluto e il breve intervento del Vescovo di Rimini Francesco Lambiasi incentrato sul brano tratto dal Vangelo di San Matteo, al capitolo 18 versetto 20, nel quale Gesù dice: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
È stata poi la volta di Ballabio Jamaludin, rappresentante della comunità musulmana: Muslim, da cui deriva il termine musulmano, è colui che si sottomette al volere di Dio nel senso che si abbandona ad esso come ci si abbandona alle onde del mare. Su ogni uomo Dio ha un progetto, accettarlo significa vivere la sottomissione come obbedienza, cercando l’amore di Dio e la pace fra gli uomini.
L’ultimo intervento è stato affidato a don Pierpaolo Conti, docente di Storia delle religioni presso l’Istituto di Scienze religiose Alberto Marvelli di Rimini che, in un breve excursus, ha proposto alcuni brani biblici nei quali viene espresso il bisogno di fraternità. Nell’Antico Testamento l’uomo costruisce una Torre per arrivare al cielo, ma per fare questo precipita a terra in un caos di incomunicabilità. Nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo è un dono che si rivela come antitesi alla Torre di Babele: gli uomini pur parlando lingue diverse si capiscono.
(I contributi integrali saranno a breve disponibili sul sito www.diocesi.rimini.it)
Al termine degli interventi, i numerosi partecipanti che hanno riempito il salone della Caritas, sono stati divisi in sottogruppi per un momento di confronto. Due moderatori in ogni gruppo, uno cattolico e l’altro musulmano, hanno facilitato il lavoro garantendo il giusto clima. Hamzah, musulmano italiano, ha recitato una poesia da lui composta; in essa la fratellanza viene definita “un profumo che penetra nei polmoni”, “un filo invisibile che lega gli uomini”; “l’altro è come uno specchio in cui vedi te stesso”.
Alle 17.30, in concomitanza con uno dei cinque momenti previsti dall’Islam, si sono formati due gruppi di preghiera, uno musulmano e l’altro guidato dal vescovo Francesco. Ha concluso il pomeriggio un ricchissimo e allegro buffet preparato in casa da diverse persone, permettendo un’ulteriore occasione di dialogo spontaneo.
Rosanna Menghi