Home Attualita Di padre in figlio, così cambia il mestiere dell’albergatore

Di padre in figlio, così cambia il mestiere dell’albergatore

Da villetta affittacamere a pensioncina con prelibatezze nostrane, a grande richiesta dei primi clienti della Riviera, curiosi di assaggiare piadina e lasagne romagnole. Fino ad arrivare agli ultimi anni, quando quello che era un “tre stelle” come tanti,si trasforma in “magic family hotel”, specializzato per bambini piccoli. Al timone la stessa famiglia Calbi, sulle orme prima delle bisnonne Amelia e Francesca, che nel 1921 iniziarono ad aprire le porte delle loro villette “Alda” e “Amelia”, e poi del nonno Giorgio (fondatore della squadra di calcio della Regina, al quale è intitolato lo stadio di Cattolica) che battezzò la sua pensione “Alda e Amelia”, e di papà Aldo che la fece diventare un hotel a tre stelle. Se il modo di fare turismo è profondamente cambiato, di generazione in generazione, il caso di questa dinastia di albergatori di Cattolica è ancora più significativo visto che attraversa ben cento anni di storia della Riviera.
I fratelli Mauro e Claudio Calbi sono i gestori attuali di un albergo che ha saputo cogliere le nuove sfide legate alla crisi e alla logica sempre più imperante del low cost. Mauro cura tutto l’aspetto legato al sito internet (attivo dal 1999 quando il web in Italia era ancora agli albori) e ai canali social, sempre con un occhio rivolto alle nuove frontiere del marketing turistico; Claudio si occupa della parte più strettamente gestionale insieme alla moglie Simona e inventa nuovi servizi “a misura di bambino” (dalla piscina riscaldata al baby menu, dalle feste con l’animatrice alla sala giochi con videoproiettore) partendo da un “tester” d’eccezione, il figlio Alessandro di 8 anni.

Cosa vuol dire fare l’albergatore oggi? Conta ancora l’ospitalità tipica romagnola? Come si può cercare di sfidare le grigie previsioni che attraversano anche il turismo? Già, perché anche quello dell’albergatore sembra essere diventato un mestiere sempre più difficile.
Adesso c’è molta più burocrazia, e questo è già un primo grande problema” osserva Mauro Calbi nel commentare la miriade di corsi che interessano il settore con il complicarsi dei cavilli normativi. “Una volta ci si poteva concentrare di più sul rapporto con i clienti, mio nonno spesso s’inventava delle spaghettate in giardino – ricorda -. Oggi iniziative di questo tipo sono diventate sempre più difficili, anche se noi cerchiamo comunque di rafforzare il rapporto con i clienti. Li portiamo fuori in barca o negli agriturismi vicini per far loro respirare anche il contesto, il luogo. Chi sceglie il nostro hotel da anni, in tanti casi da decenni (una nostra cliente francese l’anno scorso ha festeggiato cinquant’anni con noi) lo fa non solo perché apprezza l’hotel e perché si trova bene con la nostra famiglia, ma perché vuole conoscere Cattolica, l’entroterra e, soprattutto, vivere un’esperienza”. È proprio sulle nuove rotte legate al “turismo esperienziale” che Mauro e Claudio puntano la bussola. “I tempi del turismo di massa sono finiti – prosegue Mauro -. Oggi in aereo puoi raggiungere più facilmente e a costi più bassi ogni parte del mondo. Per tenerti il cliente non basta abbassare il prezzo, devi creare interesse”. I social, le foto e i video su Facebook (Mauro ci dice di aver postato di recente un video di San Leo ripresa dall’alto col drone) oltre a sostituire il vecchio depliant e a mantenere vivo il rapporto con il cliente giorno dopo giorno, consentono anche questo. “Al nostro territorio non manca nulla, dobbiamo solo diventare più abili nel comunicare tutti i nostri punti di forza”.
Una mossa strategica nel creare interesse ed offrire qualcosa di nuovo, l’hotel “Alda Amelia” l’ha compiuta diventando un “magic family hotel”. “È stato mio fratello Claudio a fare il passo più grande. Si è chiesto come potevamo distinguere il nostro albergo dagli altri e le indagini di mercato le abbiamo fatte intervistando i nostri stessi clienti. Abbiamo così scoperto che una baby sitter poteva essere più utile di Sky. Mio nipote Alessandro era ancora piccolo e su di lui abbiamo «testato» i servizi>”. Una scelta vincente a guardare i numeri: oggi l’“Alda Amelia” conta in media 120-130 persone, con picchi di 160 e 40 passeggini. Il tutto senza gruppi, solo privati. Con ciucci e biberon al seguito, naturalmente.

Alessandra Leardini