Siamo davvero diventati razzisti oppure diamo troppo peso al vomitatoio in cui si sono trasformati certi social forum? Forse né l’uno, né altro, ma sia l’uno che l’altro devono essere ben considerati, perché in gioco c’è un bel pezzo della qualità del nostro vivere insieme. Certo è che, quando ti trovi a confrontarti su temi, come quello dei rifugiati o delle modalità di accoglienza… ti accorgi quanta poca informazione abbiano le persone e quanti luoghi comuni stiano prendendo piede, solo perché qualcuno li ripete fino all’ossessione, parlando, come si usa dire oggi, alla pancia della gente, cioè a quel che fa comodo.
Un esempio. “Aiuto, è un’invasione, ne arrivano sempre di più”. Lo gridano tutti. Eppure ad oggi (i dati disponibili sono del 15 aprile) sono 23 mila le persone sbarcate in Italia nel primo quadrimestre del 2015, un dato sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno. Anzi in calo: nello stesso periodo del 2014 erano arrivati 26.735 migranti. A differenza dello scorso anno, però, gli arrivi massicci si sono concentrati in un’unica settimana. Dal 7 al 15 aprile, infatti, sono arrivate circa diecimila persone. Negli stessi giorni si sono verificati i due naufragi, che hanno portato la cifra delle vittime del mare dall’inizio dell’anno a 1.700. Una cifra mai registrata prima. Se guardiamo ai numeri, dunque, ad aumentare davvero non sono gli arrivi ma i migranti morti nel tentativo di raggiungere le nostre coste: passati dai 17 dei primi mesi del 2014 ai 1.700 dei primi mesi del 2015. Cento volte tanto!
O ancora, per esempio, i termini scafisti e trafficanti per noi sono sinonimi. In realtà sempre meno gli scafisti sono anche trafficanti di uomini. In molti casi sono reclutati nelle file dei profughi, tra quelli che hanno un minimo di esperienza di navigazione. In cambio di un viaggio gratis, accettano di mettersi alla guida dei barconi, senza sapere se arriveranno a destinazione, accettando inoltre il rischio di un’imputazione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I veri trafficanti non rischiano più e mandano avanti dei disperati. Insomma le cose sono sempre un po’ più complesse di quanto si vorrebbe far credere.
Il fatto è che su certi temi qualcuno vuol spegnere alla gente il lume della ragione, perché certo, come diceva il filosofo, “di notte tutte le vacche sono nere”, ma non così sono le situazioni reali. Per questo il Ponte inizia con questo numero un’ampia inchiesta sul fenomeno dell’emergenza rifugiati, sulla situazione drammatica, ma reale, che tante persone vivono. E, per piacere, smettiamola con questa storia ormai desueta e stantia del “buonismo” cattolico. Confrontiamoci sui fatti.
Giovanni Tonelli