Se qualcuno nutriva ancora dubbi sull’opportunità del titolo 2008, ci ha pensato il Papa a sciogliere ogni riserva. “Ecco dunque il protagonismo che il titolo della edizione del Meeting punta a proporre: protagonista della sua esistenza è chi dona la sua vita a Dio, che lo chiama a cooperare all’universale progetto della salvezza”, ha spiegato Benedetto XVI nel lungo messaggio recapitato agli organizzatori a nome del Santo Padre, dal Segretario di Stato vaticano Cardinale Tarcisio Bertone.
“Il compimento dell’umano – ha proseguito il cardinal Bertone – è la conoscenza di Dio, da cui ogni persona è stata creata e a cui tende con ogni fibra del proprio essere”. Né fama né successo presso le folle sono dunque necessarie per questo approdo, che lo si viva tra le pareti di un monastero di clausura o immersi in molteplici e diverse attività del mondo, padri e madri di famiglia o sacerdoti.
Il Meeting dell’aut-aut (“O protagonisti o nessuno”) è partito con il piede giusto. Evento culturale, manifestazione sociale, kermesse: invece di perder tempo a coniare etichette, del Meeting è meglio accettare le provocazioni e gli imprevisti, le riflessioni e gli incontri.
Quello d’apertura con il cardinal Angelo Bagnasco si è trasformato in un tripudio, tanto meritato per l’altezza del discorso proposto quanto stonato per la figura esile del presidente Cei. Europa, non rinnegare le tue radici cristiane “in nome del’economia, della tecnologia e dello scientismo” ha messo in chiaro mons. Bagnasco, prima di rivolgersi alla situazione italiana. Limpida la raccomandazione alla “qualità e radicalità della fede” ai cattolici, innestati in una Chiesa non mossa da voglia di protagonismo, ma dall’amore per l’uomo. La Chiesa Cattolica deve e vuole “essere dentro al mondo pur senza assimilarsi al mondo”. Standing ovation interminabile.
Dal vuoto dalla speranza
Dal carcere alla vita . “Libertà va cercando, ch’è sì cara. Vigilando redimere”, la mostra dedicata ai detenuti e alla loro possibilità di recupero dentro il carcere, è ben più di un’esposizione. Sono sbarre che si spezzano al suono della speranza. “Gli incontri che ho fatto qui al Meeting – ha detto Dario, detenuto –hanno riempito anni di vuoto. Questo per me è il primo momento di vero confronto con la realtà”.
All’evento era presente anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: “il lavoro nelle carceri – ha detto – è un sistema da rimettere in movimento sapendo che è la forma più solida e solenne di battaglia contro la recidiva”.
La sfida di don Benzi
il Ponte lo aveva presentato in anteprima, mesi fa, al Meeting è stato applaudito in grande stile, come merita: l’ultimo libro (postumo) di don Oreste batte dove il dente duole. Nel cuore della famiglia sottolinea una volta di più la centralità della coppia, dell’amore fra uomo e donna, un amore vissuto “in faccia a un Altro”, altrimenti non si riesce a stare insieme una vita. Si è buoni genitori solo se siè buoni coniugi, diceva don Benzi, del quale il libro racconta anche un aneddoto: un rosario recitato al Meeting 2007 prima di un incontro in mezzo a politici e personaggi vari. A presentare Nel cuore della famiglia c’erano Giovanni Paolo Ramonda, responsabile della Comunità Giovanni XXIII, e il direttore del Corriere Cesenate, Francesco Zanotti. “L’hanno fatto passare per ingenuo – ha detto Zanotti – ma don Oreste non aveva paura di nessuno perché diceva che Cristo è per tutti”.
A margine della presentazione, Ramonda ha raccontato al Sir di aver incontrato in questi mesi, tra gli altri, il ministro Roberto Maroni e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Al primo ho raccontato il nostro lavoro nei campi nomadi, perché è dalla condivisione che bisogna dare delle risposte, mentre al secondo abbiamo chiesto una casa per l’accoglienza degli emarginati”. Don Benzi, ha proseguito il responsabile, “ci ha insegnato il metodo di andare alla radice dei problemi”. “La Comunità – ha aggiunto Ramonda- è composta soprattutto di famiglie e io stesso sono sposato. La nostra priorità è quella della condivisione con i più emarginati delle società e di rispondere alle sfide delle nuove povertà”. Da protagonisti.
Paolo Guiducci