Compiere grandi imprese nella vita è possibile. Così come rendere straordinaria la vita ordinaria: in famiglia, il matrimonio, lo studio, il lavoro, il gruppo di amici, la passione politica, artistica e quella sportiva. Percorrere i 323 km d’asfalto che separano Rimini da Roma, per Loris De Paola non è un’impresa sportiva. Affascinato da quella vita tutta di corsa che il Beato Alberto Marvelli ha vissuto lungo i suoi 28 anni, l’ultramaratoneta di Santarcangelo si è buttato in questa avventura spinto dal coraggio di Marvelli e mettendosi a servizio della Chiesa riminese.
Il 40enne atleta clementino, abituato a far parlare di sé per sfide come la Atene-Sparta o la Nove Colli, questa volta indosserà gli originali panni di messaggero per conto della chiesa riminese: una volta raggiunta Roma, incontrerà Papa Francesco, al quale chiederà di benedire gli eventi del decimo anno della beatificazione di Marvelli, e la missione diocesana che è posta proprio sotto la protezione del beato riminese, apostolo dall’“animo in fiamme” nelle file dell’Azione Cattolica.
Dipendente nel supermercato A&O di Santarcangelo, la sua città, sposato e con una figlia, Loris corre da sempre. Notato dal presidente dell’Atletica Rimini Nord in occasione dei Giochi della gioventù, De Paola diventa un alfiere di quella società. A 17 anni, in barba al regolamento che gli vieta la partecipazione in quanto ancora minorenne, si “infila” di soppiatto alla Rimini-San Marino e, incurante delle norme, la conclude brillantemente. Le gambe vanno, la mente è pronta, la sfida con se stesso lo attrae: si dedica alla mezza maratona e alla distanza epica dei 42,95 km. Una corsa dopo l’altra, Loris allunga il passo. Il nuovo orizzonte si chiama ultramaratona. L’esordio è al trittico di Romagna. È il 2010, tre le gare da affrontare: la 42 km a Russi di Ravenna, la 50 km a Castel Bolognese e infine la famosa 100 km del Passatore.
Due anni dopo si sciroppa la Nove colli running in 29 ore e 29 minuti, gara che gli apre le porte alla Spartathlon, l’ultramaratona omologata più lunga del mondo. Con il fido Andrea Martignoni al fianco come organizzatore, Loris percorre i 246 km che separano Atene da Sparta in 35 ore e 39 minuti diventando l’unico ultramaratoneta della provincia di Rimini (e Ravenna) a terminare la corsa dal suo sorgere, nel 1981, e uno dei 50 italiani ad alzare le braccia al cielo in quella stessa prova di fatica su due gambe. Tre mesi fa, in occasione della Nove colli running, ha guidato “Un’onda gialla per il Pirata” per celebrare il decennale della scomparsa di Marco Pantani sulla salita del Barbotto.
Il 12 agosto De Paola taglia il traguardo dei 40 anni. Vuole realizzare un’impresa. Non gli basta correre, correre a lungo e forte, in lotta contro l’asfalto, i muscoli e il tempo. No, vuole abbracciare una sfida con tutto se stesso. La “vita tutta di corsa” vissuta da Marvelli fa al caso suo. Alberto lo ha fatto con grandi gesti (regalare i suoi vestiti ai poveri, correre sotto le bombe, rimproverare il tenente…), Loris sulla sua scia intende farlo a suo modo. Correndo. A braccia alzate per dire a tutti che ancora oggi è possibile compiere grandi imprese nella vita, e occorre avere coraggio: coraggio di osare, di scegliere per sempre di investire le energie migliori per amare senza misura, per donare. Il coraggio di uscire, di dire no a ciò che non appaga per tutto e per sempre. La celebre frase di Marvelli: “L’amore non è mai riposo”, sembra ritagliata su misura per la positiva irrequietezza di De Paola. “Vorrei andare di corsa dal Papa per portare un messaggio di Marvelli e della Chiesa riminese” è la dichiarazione di intenti con la quale l’ultramaratoneta clementino si presenta in Diocesi.
Sono bastati un paio di incontri e l’evento si è messo in moto, pardon in marcia, da solo. “Loris non corre da solo ma si inserisce nel fiume carsico degli omaggi a Marvelli” assicura Elisabetta Casadei del Centro Documentazione A. Marvelli. De Paola partirà da Rimini il 6 settembre, ricevendo prima il saluto (e l’in bocca al lupo) degli amici di Santarcangelo alle 14.30. Al Bagno 62 di Rimini alle 16, ospite d’onore del Torneo TriaBeach intitolato a Marvelli, il “pellegrino del III Millennio” riceverà la benedizione del vescovo di Rimini e l’applauso dei partecipanti, prima di iniziare la sua corsa verso la città eterna. Indosserà la speciale maglietta del Beato riminese con lo slogan “Una vita tutta di corsa” e sul retro le foto di Marvelli e del Papa e la scritta “Rimini-Roma 323 km con Alberto da papa Francesco”.
Loris non sarà solo in questa avventura. Un camper lo seguirà lungo il percorso: a bordo l’inseparabile Andrea Martignoni, una sorta di direttore organizzativo delle imprese del podista clementino, Matteo Gabrielli per la Diocesi di Rimini, il fondatore dell’Atletica Rimini Nord (e scopritore di De Paola) Geatano Petrizzo, un medico e Roberta Sancisi per conto dello sponsor A&O. La tabella di marcia di Loris prevede soste di 30 minuti per rifocillarsi e l’arrivo a Roma nella serata del 9 settembre. Martignoni e Gabrielli affiancheranno per brevi tratti l’ultramaratoneta, in mountain bike e a piedi. Attraverso i social (l’impresa di Loris può essere seguita sulla pagina Fb ufficiale di Alberto www.facebook.com/centro.marvelli), altre persone hanno già dichiarato l’intenzione di unirsi al “messaggero di corsa” per alcuni chilometri lungo l’intenso tragitto. Alle 10 del giorno seguente, De Paola sarà prima in piazza per l’Udienza Generale del Pontefice, poi incontrerà papa Bergoglio. “Il traguardo finale che tanto auspico” ammette già emozionato Loris. Al Santo Padre consegnerà la maglietta di Marvelli e da papa Francesco attenderà la firma sulla maglietta dell’impresa: “Benedico un Anno con Alberto e la missione della Chiesa di Rimini”, prima di far ritorno a casa. De Paola, insomma, percorrerà 323 km con due motivi nelle gambe e sulle spalle: affinché gli eventi messi in campo per il X Anniversario della beatificazione di Marvelli siano davvero occasioni di educazione umana e civile, un’iniezione di adrenalina spirituale per istituzioni civili, politiche e per la nostra Chiesa; inoltre occasione di evangelizzazione. Insomma, non meri fuochi d’artificio per mostrare i “muscoli” di una Chiesa. Inoltre (è il secondo motivo) chiederà la benedizione per la missione diocesana, che accoglie l’invito di papa Francesco di annunciare senza paura e complesso d’inferiorità Cristo e la sua salvezza.
“Mi sto allenando, circa 40/50 km al giorno – assicura il 40enne – per farmi trovare pronto dal punto di vista fisico. Accompagnato da Marvelli, sono sicuro di poter ribadire che anche oggi è possibile compiere grandi imprese”. Anche su strada, di corsa, a piedi. Da solo sull’asfalto, ma accompagnato da due città e una Chiesa.
Paolo Guiducci