Il Rimini ha un nuovo presidente. Come anticipato nell’ultimo numero de il Ponte, Fabrizio De Meis si è seduto sulla poltrona numero uno della società biancorossa dopo le dimissioni di Biagio Amati. Ma le novità in piazzale del Popolo non sono finite qui. Perché negli ultimi giorni, la società, ha piazzato anche quattro colpi di grande caratura. Il più importante è sicuramente il rinnovo biennale di Francesco Scotti (nella foto). Il portierone biancorosso aveva ricevuto tantissime offerte, alcune anche molto importanti dal punto di vista monetario, ma ha deciso di scegliere la maglia a scacchi.
“Rimini oramai è diventata la mia città – spiega – e quindi per me è un onore ma anche un onere, indossare questi colori. Non nascondo che avevo avuto contatti di grande fascino, ma dopo il passaggio di consegne in seno alla società, si è respirata fin da subito un’altra aria e gli ultimi arrivi lo dimostrano. Secondo me la squadra è diventata molto forte e sono sicuro che l’obiettivo promozione non ci sfuggerà”.
Rimanendo tra i pali, dovrebbe essere vicinissimo il ritorno di Mattia Migani che farà da secondo a Scotti mentre per sostituire Samuele Sereni (passato alla Spal) sull’out sinistro è stato prelevato dal Pavia, Giovanni Tomi. E sempre dalla squadra lombarda è arrivato il centrocampista Lorenzo Degeri a metà tra Inter e Cremonese. Altro colpo è quello di Elio Nigro, anche lui centrocampista, che arriva dall’Ischia. Senza dimenticare gli affari chiusi un paio di settimane fa, quello di Sorin Radoi e soprattutto Alessandro Cesca. Adesso, però, è arrivato anche il momento di sfoltire un po’ una rosa ricca di troppi petali. Tornando nella stanza dei bottoni, Amati ha motivato così il suo addio: “ancora oggi, nonostante tutto, continuano a infuriare le polemiche, gli attacchi alla mia persona ed è quindi giunto il momento di mettermi da parte. Le mie dimissioni sono frutto di un pensiero: che forse tanto impegno e tanta passione non sono giustificati… Resterò comunque sempre un tifoso del Rimini”.
Da un presidente che lascia a uno che entra. O per meglio dire, che si sposta di poltrona. Perché Fabrizio De Meis sedeva già nella stanza ovale.
“Sono emozionato e lusingato, ma anche preoccupato, perché mi rendo conto dell’importanza di questa scommessa. Essere il presidente del Rimini significa rappresentare al meglio non solo una squadra di calcio, ma anche una città e una comunità intera, conosciuta in tutto il mondo. Il Rimini è una società centenaria e gloriosa. Di sicuro non sarà facile ricoprire un ruolo così importante, soprattutto in un campionato dove essere all’ottavo posto significa essere penultimi. Ma sono spinto dalla passione, sostenuto da buone possibilità economiche e vorrei gestire una società sana e ambiziosa e renderla forte”.
Chiari gli obiettivi.
“Per quanto riguarda la società, è da migliorare sotto tanti aspetti: dalla scuola calcio al rapporto con i tifosi. Io ce la metterò tutta, garantendo rettitudine morale e trasparenza. Sul campo credo che ci siamo già mossi per dare a mister Osio una buona squadra. La speranza è di costruire tassello dopo tassello una formazione che possa arrivare più in alto possibile, ma di promesse non ne faccio perché non mi sono mai piaciute. Diciamo che spero di riuscire a vincere sul campo e dietro la scrivania”.
Francesco Barone