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Dare un volto a quei… Margini

Attenzione, coinvolgimento, interesse, partecipazione e sensibilità. Ecco cinque termini che bene riassumono le intenzioni di un podcast che si propone di dare voce a chi, per un motivo o per un altro, è lasciato in silenzio, ai margini della società. Ed è proprio così che si chiama il podcast: Ai Margini – Dove nessuno

guarda. Si tratta di un’idea nata da menti giovani, quelle di Elena e Alice, rispettivamente volontaria e addetta alla comunicazione della Caritas di Rimini, che assieme a Pietro raccontano (a cadenza mensile) alcune delle

storie raccolte al centro d’ascolto, commentano e approfondiscono dati e attività di alcune associazioni del riminese, domandandosi se questi limiti esistano effettivamente e se possano essere in qualche modo eliminati. Ne parliamo più nello specifico con Alice. Quale strada avete percorso per mettere in piedi il progetto? “L’idea di creare un podcast è emersa da Elena, la quale, ispirata dal Convegno Nazionale Caritas del 2023, ha avvertito la necessità di divulgare le esperienze vissute all’interno dell’organizzazione. E, da subito, ha ritenuto che la comunicazione dovesse essere indirizzata specificamente ai giovani. Così, in seguito a una discussione con Mario Galasso, il direttore della Caritas, il quale ha condiviso il suo entusiasmo per l’iniziativa, Elena è stata messa in contatto

con me che mi occupo di comunicazione. In un incontro iniziale tra noi tre, è stato concordato che fosse essenziale una formazione più approfondita per acquisire le competenze necessarie a realizzare un progetto del genere. Di conseguenza, è stato organizzato un corso gratuito di podcasting per under 30, sponsorizzato dalla Caritas di Rimini, che ha implementato le nostre capacità, e ci ha aiutato a reclutare altri interessati a unirsi al nostro team nascente. Al termine del corso, si è infatti aggiunto al gruppo anche Pietro. La nostra età varia tra i 23 e i 25 anni, non siamo ancora degli esperti, ma ci piace metterci in gioco e piano piano stiamo imparando i trucchetti del mestiere. Abbiamo subito acquistato delle attrezzature adeguate e ci siamo messi all’opera, riflettendo sui temi che avremmo voluto trattare nelle nostre puntate e su ciò che avrebbe potuto catturare l’interesse dei giovani ascoltatori”.

Quali i vostri obiettivi?

“L’ambizione principale è quella di toccare il cuore delle persone con storie di vita quotidiana, storie di individui che potrebbero essere il nostro vicino di casa o il nostro compagno di viaggio in autobus. Un altro auspicio è quello di creare un incontro, reale per noi e virtuale per gli ascoltatori, con persone le cui storie sono spesso trascurate o con progetti locali che, forse, non conoscevamo. Questo è il valore che vogliamo portare: connessione umana e scoperta di realtà vicine a noi, ma non sempre visibili”.

Com’è andata la realizzazione della prima puntata?

“Dalla conclusione del corso fino al debutto della nostra prima puntata sono trascorsi diversi mesi. Durante questo periodo, la nostra competenza era in fase di maturazione e stavamo esplorando nuove modalità di comunicazione. La registrazione è stata effettuata due volte a causa di un errore tecnico, frutto dell’inesperienza. Attività che ora, mentre stiamo lavorando al quinto episodio, riusciamo a completare in un’ora, inizialmente ci richiedevano settimane! Non lo nego: è stata ardua, ma l’emozione provata nel completarne il montaggio è stata indimenticabile e avrebbe potuto essere di per sé già sufficiente”.

E la risposta del pubblico?

“Il feedback del pubblico ha superato ogni nostra aspettativa! Non parliamo di numeri strabilianti, non abbiamo l’ambizione di diventare il podcast di maggiore tendenza su Spotify, ma è andata più che bene!”. Mentre aspettiamo il prossimo episodio, perché non ci racconti (senza rivelare troppo) quali temi avete trattato fino ad ora? “Nel primo episodio abbiamo esplorato uno di quei ‘margini’che fa parte della quotidianità: la strada. Quella che per la maggioranza di noi è solo un punto di passaggio, ciò che ci consente di arrivare in tanti posti, per altri vuol dire ‘casa’ e Piero, protagonista del ‘pilot’ del nostro podcast, ci racconta la sua vita passata, presente e i suoi sogni per il futuro, rappresentando quelle molte persone vittime dell’emergenza abitativa che caratterizza il nostro tempo e il nostro territorio. Dalla seconda puntata in poi, abbiamo trattato varie sfaccettature del sistema carcerario. Nell’episodio 2.1 parliamo delle misure alternative alla detenzione che si possono applicare fuori dalle mura del carcere che si basano sul rispetto della dignità della persona e del suo reinserimento sociale,

e lo facciamo assieme a Lucrezia, criminologa per Caritas Rimini ODV. Nella puntata 2.2 esploriamo il potere trasformativo del volontariato nella casa circondariale di Rimini e scopriamo, con l’aiuto di Claudia, arteterapeuta, come le attività proposte possano arricchire la vita quotidiana dei detenuti e come soprattutto l’arte possa diventare uno strumento di libertà e speranza. Nell’episodio 2.3 conosciamo Giampaolo che ha trascorso un periodo della sua vita in carcere e ora è in affidamento esterno: ci aiuta a dare un volto, o meglio una voce, a tutti quei ‘dati’ e quei ‘numeri’ che nell’arco delle ultime tre puntate abbiamo raccontato”. Dove si può seguire il podcast?

“Lo si può trovare su Spotify e per rimanere aggiornati su tutte le puntate ci potete trovare anche su Instagram digitando ‘aimargini’. Invece, se siete interessati a fare parte del nostro team oppure volete raccontare la vostra storia e per avere informazioni più dettagliate potete contattarci alla email dedicata aimargini.podcast@gmail.com”.