La crisi è sotto gli occhi di tutti. Una crisi di liquidità e di rapporti con l’Italia e anche con l’estero. Una crisi che la Banca Centrale di San Marino non intende subire in maniera passiva, ma guidare attraverso “buone pratiche”, aggregazioni e regolamenti più stringenti. Ne è convinto Mario Giannini, direttore generale di Banca Centrale sammarinese. Romano, classe 1946, Giannini fa parlare numeri e regolamenti. Lo ha fatto, ad esempio, a conclusione del primo ciclo di studi “Rinascere dalla crisi. Economia, valori e bene comune”, organizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II e sotto la guida scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’intenso programma formativo (seminari, giornate di studio, corsi full immersion) è una sfida che la Fondazione ha lanciato agli operatori del sistema bancario e finanziario della Repubblica (oltre 800 dipendenti). Nella prospettiva che la Dottrina Sociale della Chiesa può rappresentare un’ipotesi ermeneutica in grado di dare una nuova, positiva “vibrazione” all’economia e alla finanza. Nella quale la persona, come ha sottolineato il presidente della Fondazione, mons. Luigi Negri,
Direttore Giannini, solo orientamenti di carattere generale o un diverso modo di fare economia, anche sul Titano, è possibile?
“San Marino vuole incamminarsi verso l’Europa, a partire dalle normative introdotte nel sistema bancario e finanziario garantiste e trasparenti. E in grado di salvaguardare il lavoro, come dimostra il «no» agli esuberi previsto nella prossima fusione tra Banca Agricola Sammarinese e Istituto Bancario Sammarinese, prevista il 1 gennaio 2012”.
Lei punta molto sulla ristrutturazione di un sistema economico-finanziario che attualmente conta 12 banche, 35 finanziarie, 49 intermediari assicurativi (di cui sei in regime di sospensione).
“Questo sistema va corretto. Un percorso aggregativo è naturale e necessario. D’altra parte la ristrutturazione è già iniziata. Un dato: nel 2008 le società finanziarie erano 53 e sono passate a 35. Il nuovo regolamento sulle finanziarie potrebbe portare ad ulteriori tagli o accorpamenti.”
Quali altri provvedimenti avete adottato?
“Entro luglio sarà emanato anche il nuovo regolamento antri trust. Inoltre, sono state messe in campo azioni mirate per evitare l’ingresso nel sistema sammarinese della criminalità organizzata. Si tratta di tutta una serie di regole necessarie per garantire la maggiore trasparenza possibile del sistema sammarinese, in grado di promuovere la cooperazione e contrastare il riciclaggio.
Inoltre, Banca Centrale ha considerevolmente aumentato le ispezioni negli istituti bancari, passate dalle 13 del 2008 alle 23 dello scorso anno. E non si tratta di ispezioni generali bensì mirate.”
Si respira un clima di collaborazione.
“Il dialogo con le associazioni di categoria è continuo e non corporativo. Stiamo studiando assieme la creazione di un caveau accentrato e una centrale rischi.”
Per entrare in Europa, il primo passo è necessariamente la ripresa dei rapporti con l’Italia.
“È quasi superfluo ricordare che l’Italia è il primo riferimento per la Repubblica. Il Ministero dell’Economia e Banca d’Italia, per la verità, però non agevolano questo rapporto naturale e privilegiato. E non riusciamo neppure più a comprendere quali siano le richieste italiane.”
Però possiamo concretizzare quali conseguenze ha prodotto per San Marino lo scudo fiscale introdotto dall’Italia.
“Tra il 2009 e il 2010 i miliardi di euro amministrati dalle fiduciarie sono passati da 3,3 a 1,1. E con lo scudo sono volati circa 5 miliardi di euro su un sistema di circa 15 miliardi, di cui 3.779 monetari. Il deflusso di capitali all’estero sta proseguendo, anche se non più con la veemenza dei mesi scorsi. Ed è ancora elevata l’incidenza dei depositi dall’estero, anche se va purtroppo registrato lo scarso appeal del nostro sistema nei confronti dei grandi gruppi stranieri.”
E continua ad esserci un problema di liquidità.
“Le banche sammarinesi sono «legate» ai sistemi di pagamento italiani. L’atteggiamento dell’Italia ha creato e sta ancora creando danni enormi agli operatori del Titano. Il sistema finanziario dell’Antica Repubblica si sta attrezzando per le sfide future, e lo sta facendo sulla base di regole e buone pratiche che daranno risultati certi. Come ha detto mons. Negri, «qui non sono tutti criminali e in Italia non sono tutti santi». È dunque ora di finirla con la reputazione dubbia che aleggia intorno al Titano.”
Paolo Guiducci