Sono passati 50 anni da quando il 16 gennaio 1968 i Vescovi italiani, in una lettera su “Magistero e teologia nella Chiesa” esortavano a promuovere “una seria cultura teologica fra il clero e il laicato, sia a livello di ricerca come a livello di divulgazione, prudente e sicura”.
La sollecitazione, a soli due anni dalla chiusura del Concilio, veniva anzitutto fondata sulla natura profetica di tutt’intero il popolo di Dio, per cui “la Chiesa nella sua totalità si presenta come un organismo vivente che cresce e si sviluppa nella conoscenza della verità”. E qui veniva sottolineato il ruolo della teologia “per favorire l’assimilazione sempre più cosciente della parola di Dio da parte dei credenti”.
“La teologia – scrivevano – non conosce confini: né di soggetti, né di oggetti, né di sussidi di ricerca. Essa infatti può e deve essere di tutti, senza discriminazioni tra chierici e laici; può e deve interessarsi di tutti i problemi che tormentano gli uomini; può e deve valorizzare tutte le risorse della ragione”. Ne conseguiva una sollecitazione ai laici ad acquisire “una maturità di fede che diventi anche sapienza, riflessione metodica e scientifica, quindi vera teologia”. E in questo contesto i Vescovi incoraggiavano “tutte quelle istituzioni e quelle iniziative che sono già fiorenti o stanno adesso sorgendo per promuovere e incrementare la cultura teologica del laicato”.
Da allora di strada ne è stata fatta tanta, anche nella nostra Diocesi, in favore dell’insegnamento della teologia ai laici.
Ne è testimonianza anche la qualità e la varietà della proposta formativa che viene dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Marvelli che continua a proporre corsi istituzionali di grande spessore culturale, ulteriormente arricchiti quest’anno dal Corso di Alta Formazione in “Dialogo Interreligioso e Relazioni Internazionali”, attivato in collaborazione con l’Università degli Studi di San Marino, ma anche la miriade di incontri e seminari che corredano la proposta formativa, aperti anche a tutta la Chiesa riminese e da qualche tempo anche a quella di San Marino – Montefeltro.
“Certo, oggi ancor più che nel passato, – ci dice Natalino Valentini, direttore dell’Istituto – la formazione teologica, pastorale e spirituale dei fedeli laici, soprattutto di coloro che rivestono particolari ministeri o svolgono speciali servizi pastorali all’interno delle comunità, è questione cruciale dell’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa, soprattutto per corrispondere alle sollecitazioni del Magistero di Papa Francesco. La sfida resta quella di formare persone adulte nella fede, poiché «se la fede non è pensata cade nel nulla» (S. Agostino). Se non si prende coscienza del dono ricevuto per accoglierlo, coltivarlo e accrescerlo nella propria esistenza quotidiana, la fede si trasforma in fideismo o in sterile devozionismo. Come osservava acutamente papa Giovanni Paolo II: «Una fede che non cerca la propria intelligenza è una fede non pienamente accolta, non intensamente pensata, non fedelmente vissuta»”.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte fino al 15 ottobre.