Prima e dopo SanPa, in attesa della Uno Bianca, con Rimini – e la Riviera – indiscutibilmente ma dolorosamente protagonisti. La storia della televisione si dividerà così, dopo l’irruzione sulla piattaforma Netflix di quella inchiesta reportage a puntate che, complice forse il lockdown e pandemia, è tra i prodotti della piattaforma più visti in Italia e anche all’estero.
Quel formato così poco frequentato in Italia, che ha preso sottobraccio una tematica dolorosa che ha riportato il pubblico indietro negli anni, ha fatto di SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano,
non solo la prima docu-serie originale italiana Netflix, ma anche un prodotto capace di sviluppare dibattito e in grado di inaugurare un filone che nei prossimi mesi si arricchirà di nuovi progetti, tra cui il caso di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa in provincia di Bergamo; un progetto proposto alla società da Selvaggia Lucarelli: Kids don’t lie, i bambini non mentono, casi strumentalizzati con al centro l’infanzia tra Rignano Flaminio e Bibbiano; la storia di Gianni Franciosi, l’infiltrato tra i narcos; e la Uno Bianca, la banda guidata dai fratelli Savi, i poliziotti riminesi che in Emilia-Romagna tra il 1987 e il 1994 commisero 103 efferati crimini, soprattutto rapine a mano armata, provocando la morte di ventiquattro persone e il ferimento di altre centodue.
Dopo l’arresto dei componenti della banda, altro epilogo drammatico fu il suicidio del padre dei fratelli Savi, Giuliano: il 29 marzo 1998, ingoiò sette scatole di Tavor, dentro una Uno bianca, parcheggiata a Villa Verucchio.
Dai dibattiti sui metodi di Vincenzo Muccioli al riaprire ferite per chi ha vissuto quegli anni di rapine e omicidi efferati, per far conoscere alle nuove generazioni un passato vicino ma già dimenticato?
Sviluppato, scritto e prodotto da Gianluca Neri, SanPa rappresenta anche l’esordio di una nuova società di produzione, la milanese 42.
Realizzato avendo a disposizione «51 diverse fonti di archivio, di cui il 26% di materiale delle Teche Rai, in tutto centinaia di ore per visionare le quali c’è voluto almeno un anno. – ha raccontato Neri in un’intervista all’Ansa spiegando un processo di indagine lunghissimo – I mesi di riprese sono stati due, poi un anno di post produzionemontaggio » . La società di produzione si è già rivolta alla tv di Stato anche per avere materiali delle teche Rai (come in precedenza per SanPa) relativi alla Banda della Uno Bianca.
Il docu-film metterà dunque al centro la serie di crimini della banda guidata dai fratelli Savi: Roberto (arrestato in commissariato a Bologna), Fabio, carrozziere e camionista, residente a Torriana (insieme a Roberto l’unico membro presente a tutte le azioni criminali della banda), e Alberto, che prestava servizio presso il Commissariato di Rimini. La casa di produzione sta lavorando su questa vicenda, «ma prima ancora potrebbe andare in onda anticipa Neri – un progetto proposto alla società da Selvaggia Lucarelli: Kids don’t lie, i bambini non mentono che ripercorre il filo, ingarbugliato, di casi strumentalizzati con al centro l’infanzia tra Rignano Flaminio e Bibbiano» .
Vi aspettavate tanto clamore all’esordio con SanPa? “Un po’ sì, ma certo non tutto questo. Pensavamo di poter coinvolgere ’reduci’ di quegli anni invece ci sono tantissimi giovani ai quali abbiamo raccontato un mondo che neppure immaginavano”.
“Tante volte ci siamo commossi anche noi durante il montaggio. Certe cose ti fanno un po’ torcere lo stomaco, ti fanno pensare. Per questo anche il futuro della 42 sarà cosi: raccontare in profondità storie di questo tipo, senza avere presunzioni, preconcetti. E questo vale per tutti i formati, non faremo solo documentari”.
Tra gli altri progetti a cui sta lavorando 42 (41 in cantiere), il primo riguarda il caso di Yara Gambirasio. La Cassazione ha accolto nel gennaio scorso le richieste della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva. Il processo potrebbe dunque riaprirsi: e Neri tra l’altro ha seguito in passato, come consulente, tutte le udienze.
È prevista anche una novità: il debutto cinematografico. La 42 ha acquisito i diritti del memoir di Vittorio De Sica, La porte del cielo (edito da Avagliano), per una coproduzione con gli Stati Uniti in cui potrebbe esserci il coinvolgimento di Christian De Sica, che da sempre coltiva il sogno di raccontare la storia paterna e di quegli anni faticosi della prima metà del secolo scorso.
Corteggiato da società più affermate e dalle piattaforme, Neri (ideatore dei premi web Macchianera) sottolinea che per il docu-film sulla Uno Bianca (come per le altre novità) non ci sono ancora accordi con Netflix, Sky o altro, al momento.