Cosa spinge un giovane a dedicare una settimana di fine agosto per vendere biglietti della lotteria o spiegare il contenuto di una mostra? Cosa muove ragazzi di 30 anni che concentrano tutta la propria settimana di vacanza per lavorare in una fiera? È ciò che da 43 anni accade, a fine agosto, a Rimini. Quest’anno il Meeting per l’amicizia tra i popoli ha messo al centro le relazioni interpersonali, come già dal titolo si può leggere: “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”. Come si potrebbe spiegare la mossa di così tante vite che hanno partecipato al Meeting se non per un’Amicizia inesauribile?
Il Meeting, come da copione, ha ospitato personaggi illustri come il presidente Mattarella, sedici mostre, diciotto spettacoli e una media di otto incontri al giorno. Tutt’ora è l’unico evento a livello nazionale che riesce a far dialogare, senza insulti e senza la caccia all’audience, figure tra le più importanti del Paese, su tanti argomenti.
Giovani al centro
È un’amicizia inesauribile che cambia il volto di chi lo vive da volontario, ma anche di chi ci arriva da ospite. Il metodo è chiaro: attraversare i dilemmi della vita senza paura, perché li si può approfondire seguendo qualcuno di esperto. In particolare c’è stata una mostra incentrate sull’educazione, Da solo non basto, in viaggio con i ragazzi di Kayròs, Portofranco e Piazza dei mestieri, che ha interessato tantissimi partecipanti. Come viene riportato anche sul sito: “La mostra propone una immersione nell’universo giovanile, facendosi eco di domande, attese, ferite, desideri che lo animano e documentando alcuni tentativi di ascoltare e rispondere alle tensioni che lo abitano. Il percorso si è sviluppato a partire dalla narrazione delle storie di un ragazzo e di una ragazza: dieci grandi quadri hanno messo in scena la loro vicenda resa in forma poetica dallo scrittore Daniele Mencarelli e accompagnata dalle immagini dell’illustratore Giacomo Bettiol. Storie che raccontano di infanzie difficili, fallimenti scolastici, cadute e tentativi di ripartenza, disillusione di fronte a un mondo adulto che sembra incapace di cogliere le domande che salgono dal cuore dei giovani. L’incontro con alcune realtà educative – Kayròs, Portofranco (da cui sono tratte le foto) e Piazza dei Mestieri – apre spiragli di luce e fa intravvedere una strada in cui l’umano, con tutte le sue contraddizioni e i suoi desideri, possa venire abbracciato e valorizzato, in cui ragazzi e adulti si accompagnino nel cammino di (ri)scoperta del proprio valore e dei propri talenti. A seguire, una grande proiezione ha proposto un video, realizzato da Luca Mondellini, con le considerazioni di alcuni giovani che in queste tre realtà hanno trovato la possibilità di una rinascita umana, scolastica, professionale. Hanno trovato dei luoghi in cui ci si può sentire finalmente ‘a casa’. Nasce un cambiamento nello sguardo quando si arriva a percepire che l’uno è importante per l’altro, che ‘da solo non basto’, come recita il titolo della mostra”.
Questo titolo sfida lo sguardo performante della società sui giovani, ha il coraggio di dire che si può essere liberi anche quando si è in catene. ‘Da solo non basto’ significa che non devi farti da solo, non devi riuscire da solo, non ti hanno messo al mondo per accaparrarti il tuo valore. Significa che se ci sei, un valore lo hai. ‘Da solo non basto’ serve per aprire uno spiraglio nel proprio mondo egoriferito, guidato dall’ideale del “self-made man” (l’uomo che si fa da solo) imposto nella nostra cultura da ormai troppi decenni. Non è mera critica alla società, ma un inno alla vita del giovane. Parte dalla vita per parlare della vita. Non ci sono tesi complottiste o forconi alla mano, ma esperienze belle e dolorose in tre compagnie educative diverse che guidano il giovane nella risposta alla domanda che attanaglia tutte le epoche: “Chi sono io?”. In questo senso viene compreso il motivo per cui 3.000 volontari hanno donato il loro tempo, me compresa. Il motivo è sempre lo stesso, approfondire e rispondere alla domanda sulla propria identità, sapendo che “da soli non bastiamo”, quindi si ha bisogno di una Compagnia.
Emilia Protti