Da progettista di un’azienda di fama internazionale come la Technogym, a imprenditore artigiano “senza portafoglio”. È un percorso tutto in salita quello intrapreso da Marco Casadei, ingegnere meccanico riminese di 38 anni, che dopo essersi fatto i muscoli nell’impresa cesenate leader in attrezzature sportive e da palestra, ha imboccato una strada completamente sconosciuta. Probabilmente, in pochi l’avrebbero fatto nei suoi panni. Lasciare in tempi di crisi un contratto a tempo indeterminato in una realtà imprenditoriale di successo, con un salario di tutto rispetto e cinque brevetti mondiali di firma propria, per rilevare l’azienda di famiglia in uno dei settori oggi più in difficoltà (l’edilizia) e accollarsi una mole di debiti ad appena un mese dal matrimonio. “Di certo un bel salto, se me lo avessero raccontato, neppure io ci avrei creduto!” racconta Marco.
Le dimissioni dalla Technogym risalgono al maggio 2011, ma l’ingegnere non abbandona il suo lavoro e continua a fare consulenza per alcune ditte di progettazione. Contemporaneamente l’azienda fondata dal nonno in Italia e portata avanti dal padre Ettore nella nuova sede di Serravalle per più di quindici anni, naviga verso il fallimento. I soci di Casadei, dopo che quest’ultimo ha abbandonato il timone, la lasciano andare sempre più a picco. Le alternative sono due: liquidare tutto o ricominciare daccapo, con una nuova gestione. “Mio padre, a 67 anni, non se la sentiva di assumersi un nuovo carico di responsabilità. A quel punto gli ho proposto che avrei potuto farlo io per lui”.
Così, nel maggio 2012, Marco si reinventa imprenditore e marmista con due obiettivi: mantenere i posti di lavoro compromessi dalla precedente gestione e riscattare l’artigianato. “Mi sono detto: perché non sfruttare le conoscenze maturate negli anni trascorsi alla Technogym in un settore che nel nostro territorio è meno valorizzato che altrove? Il marmista come altri artigiani – dal restauratore di mobili all’imbianchino – deve poter essere considerato come un artista a tutti gli effetti nella sua capacità di creare pezzi unici e irripetibili”.
Questa scelta ha dovuto scontrarsi con la crisi dell’edilizia ma alla fine, al di là dei sacrifici, ha aiutato Marco a scoprire un lato nuovo e del tutto inaspettato di se stesso, di suo padre (che continua a lavorare in azienda) e del fare impresa. “Ho sempre ritenuto il mio ex datore di lavoro, Nerio Alessandri, un luminare – commenta -. Oggi posso dire che anche mio padre è un imprenditore unico nel suo genere. Penso che nella difficile situazione economica attuale, i veri eroi siano persone come lui che a 67 anni, quando potrebbero benissimo campare di rendita, continua ad impegnarsi sul lavoro per il bene dei figli”. Per di più a titolo volontario visto che né lui né Marco percepiscono stipendio. “La vera ricchezza di un’azienda sono le persone che ci lavorano e per me riuscire a garantire il posto per i nostri quattro operai è già una bella conquista”.
Intanto, tra poco meno di due mesi, Marco porterà a segno un’altra “impresa”. E doppia! Diventerà, infatti, papà di due gemelli. La famiglia si allarga e chissà che un domani non arrivino anche altri brevetti in questa nuova veste da marmista.
Alessandra Leardini