“Custodire il Creato per coltivare la pace”, questo è lo slogan della giornata del Creato 2011, che nella nostra Diocesi si celebra domenica 3 aprile (a livello nazionale la data è il 1° settembre, data infelice per la nostra Chiesa per l’impegno della stagione estiva ancora in corso). La giornata è promossa dagli Uffici Diocesani per la Pastorale Sociale, la Pastorale della Famiglia e dalla Caritas Diocesana.
Al centro della riflessione la natura come dono di Dio e, nello specifico, il tema dell’acqua: bene che unisce, bene che divide.
La Commissione Diocesana Nuovi Stili di vita ha preparato un sussidio che aiuterà ogni parrocchia a vivere la Messa del 3 aprile attualizzandola. La liturgia penitenziale, le preghiere e alcuni simboli aiuteranno a cogliere il valore profondo, etico e comunitario dell’acqua intesa come risorsa di cui l’uomo non può sentirsi padrone.
La riflessione sul Creato continuerà in tono più scherzoso nel pomeriggio presso il Teatro del mare di Riccione alle ore 17, dove la compagnia dei Ciarlatani proporrà lo spettacolo comico: “Cosa c’entrano i capodogli?”. L’iniziativa è promossa all’interno del Campo Lavoro Missionario; il biglietto d’ingresso sarà di 5 euro con sconti per le famiglie numerose.
Per chi si appassionerà al tema, sul sito della Diocesi sono a disposizione tracce di riflessione e soprattutto giochi per bambini, ragazzi e adulti.
L’acqua degli italiani
Gli italiani consumano mediamente 250 litri di acqua al giorno per scopi domestici, con variazioni piuttosto consistenti tra le varie regioni e soprattutto tra le diverse zone abitative. Generalmente i consumi idrici domestici sono molto più alti nelle città che nei centri rurali. Mediamente gli italiani sfruttano la loro disponibilità d’acqua per i seguenti scopi:
– 39% per bagno o doccia;
– 20% per i sanitari;
– 12% per il bucato;
– 10% per il lavaggio delle stoviglie;
– 6% per l’uso in cucina;
– 6% per il lavaggio auto e per il giardino;
– 6% per altri usi;
– 1% per bere.
In Italia ogni anno si imbottigliano circa 12.5 miliardi di litri di acqua minerale, pari a 10 miliardi di bottiglie (molte da 1,5 lt, alcune da un litro e tante da mezzo litro). Di queste l’80 %, cioè 8 miliardi, è in PET, in resto in vetro.
Per produrre 8 miliardi di bottiglie servono 240.000 tonnellate di plastica, con l’emissione di circa un milione di tonnellate di CO2 e l’utilizzo di 480.000 tir per il trasporto (che messi in fila uno dietro l’altro fanno circa 4 volte la lunghezza dell’Italia da nord a sud). Anche le bottiglie in vetro girano per larga parte sui camion, anche se ci sono un impegno e un’attenzione crescente di alcune aziende produttrici, ad oggi circa il 20% delle bottiglie viaggia in treno. Un calcolo matematico stabilisce che l’impatto ambientale derivante dalla produzione di 100 litri di acqua messi in bottiglie di PET che hanno viaggiato almeno 100 km per arrivare al negozio in cui è in vendita, è pari ad almeno 10 kg di CO2, mentre la CO2 emessa se scegliamo di bere la stessa acqua dal rubinetto è di 0.04 kg (rapporto di 1 a 250).