Con tutta la sua grinta e simpatia, introdotto dalla professoressa Paola Grossi, padre Elia Citterio ha condotto il quarto incontro di meditazione sugli articoli del Credo. A lui il compito di parlare del quarto di questi articoli e cioè la Chiesa. Padre Elia Citterio è un teologo spirituale e patrologo, studioso di Filosofia, Teologia e Spiritualità slava-ortodossa. Fa parte della Comunità dei Fratelli contemplativi di Gesù e svolge il suo servizio in ambito ecumenico.
Padre Elia, che cos’è la Chiesa?
“Per rispondere a questa grande e importante domanda, vorrei raccontare un fatterello che viene riportato negli scritti hassidici: un rabbino visita una comunità hassidica e quando gli chiedono cosa ha scoperto in questa comunità, lui risponde che ha scoperto che Dio esiste e che è di questo mondo. Gli ribattono che tutti lo sanno, ma lui risponde ‘Tutti lo dicono ma solo loro lo sanno’. La Chiesa è il luogo del sapere e quando si parla di fede si conferma la gioia dell’appartenere. Essa è presenza del Dio vivo e questo non è sostituibile a nessun impegno pastorale nel mondo. Dobbiamo fare esperienza della presenza viva di Dio nella comunità”.
Perché nel Credo si parla di Chiesa santa?
“Quando affermiamo la santità della Chiesa, parliamo dell’azione dello Spirito Santo che ottiene la remissione dei peccati e realizza la comunione dei santi. Questo fin dall’inizio, dalle origini della Chiesa. Prendendo in esame due testi, il Prefazio della liturgia ambrosiana nella festa della Cattedrale e la Preghiera della tradizione monastica, vediamo che ci dicono della sensibilità luminosa tipica di esperienza di vita piena. La nostra fede ci porta a questo. Abbiamo dimenticato che la bellezza della fede parla di una esperienza di vita che ci precede e ci accompagna. Intuire il mistero della santità della Chiesa è dono di Dio che ci raggiunge. Conosciamo il mistero della sua santità attraverso il battesimo di Gesù. Con l’Incarnazione e con il battesimo di Gesù l’umanità appartiene a Dio, è carne del Figlio suo. Infatti chi tocca un uomo tocca Dio. La Chiesa è memoria e sacramento dell’umanità redenta da Dio”.
Perché si parla di comunione dei santi e di remissione dei peccati?
“La comunione dei santi si riferisce alle cose sacre, la remissione dei peccati al battesimo. Nella preghiera del Padre Nostro, afferma Tertulliano, noi non chiediamo altro che dimorare in Cristo, non allontanarci mai dalla mensa eucaristica. L’esperienza significativa della vita non può essere che la conoscenza del Figlio, l’amato. Allora si passa dalla comunione al Santo nel sacramento dell’Eucarestia alla comunione tra i santi. La Chiesa si apre allora a dimensione cosmica e si scopre che Chiesa e mondo non sono realtà opposte, ma Dio ama il mondo che si fa sempre più esperienza del suo amore. Ma senza la remissione dei peccati non si può vivere la comunione con Dio. Il rimettere i peccati allude al fatto che nessuno si può presentare innocente davanti a Dio. Nella preghiera del Padre Nostro noi chiediamo il perdono di Dio per far splendere la sua presenza su di noi”.
La Chiesa, si dice nel Credo, è cattolica. Ci spiega questo ultimo termine?
“Per esprimere la santità e vivere la remissione dei peccati, la Chiesa non può che essere cattolica. Questo termine allude alla completezza dell’esperienza, alla familiarità con Dio. In Chiesa, e non parlo solo di edificio, ci dobbiamo sentire come in famiglia, come a casa nostra. Ma questo non succede per la pochezza della nostra fede. “Non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio…”: dobbiamo riconoscerla come nostra casa. La cattolicità è questo attendere la manifestazione di Dio nel cuore di tutti, ecco perché ci si chiede di amare i nemici, non perché siamo più bravi, ma perché Dio si manifesta anche in quei volti”.
Isabella Rinaldi