Veni, vidi, vici. Giancarlo Sacco non sarà Cesare, Imola non sarà l’esercito di Farnace II, Faenza non sarà Zela, ma il risultato è lo stesso. Vittoria. Che per i Crabs significa tirare un bel sospiro di sollievo. Perché i granchietti si giocavano molto al “PalaCattani”, una sconfitta avrebbe significato continuare in quella caduta libera che chissà quando si sarebbe fermata. Inoltre, come minimo, un altro ko avrebbe fatto dire ai tifosi “hai visto che anche il cambio dell’allenatore non ha dato alcun frutto?”. Per fortuna i riminesi hanno atteso proprio il derby con Imola per mettere sul parquet la più bella partita dall’inizio del campionato e per la malcapitata Aget non c’è stato nulla da fare. Il punteggio (85-71) la dice lunga sul risultato che è stato in bilico solo nel primo tempo, poi in campo si sono visti solo i Crabs che a un certo punto si sono trovati anche a +22, per poi allentare la presa come era logico che fosse. “Allora era tutta colpa dell’allenatore?” commenterà il solito tifoso che quasi sempre non vede più in là del proprio naso. La risposta in effetti potrebbe essere: certamente Sacco ha avuto i suoi meriti, ma la prudenza ci dice che sarebbe meglio aspettare conferme. Certo è che trovare fra i granchietti qualcuno che non abbia meritato la sufficienza si fa un po’ fatica, più facile dire che un ritrovato Pinton, un positivo Zanus che limita i danni provocati dallo spauracchio Bunn, un eccellente Goss, imitato da un McCray altrettanto bravo, hanno contribuito in maniera determinante a conquistare questo successo, il primo ottenuto fuori casa. C’è poi un altro aspetto che vale la pena sottolineare. L’inizio riminese non è stato di certo dei migliori con un 7-0 per Imola che ha fatto subito temere il peggio. E, invece, al contrario di molte altre volte, Scarone e compagni non hanno perso la testa, anzi, hanno stretto le maglie in difesa, hanno aggiustato la mira e punto dopo punto sono riusciti a rimettere la gara sui giusti binari, tanto da chiudere i primi 10’ sotto solo di 3 (22-19). Dopo qualche “parolina gentile” di Sacco, Rimini è tornata in campo proseguendo sulla strada dei primi dieci minuti con Imola che ha retto fino alla sirena (37-39). Nel terzo quarto, però, Goss e compagni hanno messo la freccia salutando i cugini ai quali hanno lasciato solo 12 punti, segnandone ben 22 per un 49-61 che ha lanciato i biancorossi alla prima vittoria esterna di questa stagione. Ora, però, come dicevamo, servono conferme. A partire dall’incontro di domenica prossima che vedrà sbarcare al 105 Stadium, Veroli. La squadra di Andrea Trinchieri ha solo due punti in più in classifica rispetto i Crabs e arriva da un netto 70-54 ai danni di Venezia. Ma fino a questo momento, in quattro gare lontano da casa, non ha mai vinto perdendo a Pistoia (71-67), a Sassari (86-83), a Livorno (84-75) e a Casale Monferrato (65-63). Come si può notare, sconfitte arrivate quasi sempre sul filo della sirena. Da tenere d’occhio in modo particolare Kyle Tyrrel Hines. Il colored di Sickclerville è il capocannoniere della squadra con 119 punti messi nel cesto, con una media di 17 a partita.
Pier Luigi Celli