“Cari amici…”. Così inizia il messaggio del Vescovo Francesco Lambiasi indirizzato agli studenti nel loro primo giorno di scuola alla ripresa di un nuovo anno scolastico che si presenta “caldo” a causa della prossima attuazione della Riforma Scolastica, proposta dal ministro Mariastella Gelmini, responsabile del MIUR (Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca).
Per il secondo anno consecutivo il Vescovo della Diocesi di Rimini ha incontrato i giovani studenti, martedì 15 settembre 2009 nella chiesa della Colonnella (ma già lo aveva fatto informalmente al mattino salutando all’ingresso quelli del Liceo Classico), per consegnare loro personalmente il suo messaggio che non è semplicemente un augurio ma “un invito a trovare la nostra strada e la meta della nostra vita. – come afferma Devyani, studentessa dell’ultimo anno del Liceo della Comunicazione – Vorrei ringraziare il Vescovo Francesco per la grande attenzione che dimostra verso noi giovani e per i gesti di sincera amicizia di cui ci rende partecipi. È davvero straordinario e importante che un’Autorità di questa fede, che molti dei miei coetanei vedono distante e rigida, cerchi il contatto con noi e si interessi, come un vero amico, dei nostri problemi e dei nostri sogni”.
“Il Vescovo, ogni anno, ha un occhio di riguardo nei confronti di tutti gli studenti e questo mi da molta gioia! E devo dire anche molto coraggio. – aggiunge Ratika, studentessa del Liceo Psico-pedagogico – Perché in qualche modo mi da una carica in più per iniziare un anno nuovo…con più grinta e con la convinzione di dire : ce la posso fare ad affrontare nuovamente la scuola e ovviamente le sue fatiche!! E non con gli occhi bassi e la voglia sotto i piedi”.
“È bello che il Vescovo si rivolga a noi come a degli amici. – sottolinea Giuseppe dell’Istituto Tecnico Industriale –L’amicizia è un valore molto importante per noi giovani, certe volte più dell’amore per la ragazza e della stessa famiglia”.
“Con la parola “amico” si intende una persona con il quale si è liberi di essere se stessi senza dover temere di sconfinare fuori dal ruolo recitato nel gruppo dei pari. – ribadisce Devyani –Per i giovani la parola “amico” è quasi un sinonimo di “fratello”. Faccio una salto indietro di 2000 anni, quando un’altra Persona parlando alle folle diceva “Vi ho chiamato amici” (cfr. Gv 15,15).
E anche sul verbo “conoscere”, evidenziato dal Vescovo Francesco nel suo messaggio, gli studenti non fanno sconti.
“ In francese il verbo nascere è naître, mentre conoscere si dice: connaître; la somiglianza è davvero impressionante! – continua Devyani – Effettivamente conoscere significa venire alla luce. Pensiamo solamente al fatto che quando noi non conosciamo usiamo dire “siamo all’oscuro” mentre quando scopriamo “facciamo luce sulla questione”. Se poi eleviamo il conoscere alla ricerca della Luce, ci appare ancora più evidente come la conoscenza diventi una vera nascita nella luce di Dio e di suo Figlio”.
“Gli studenti non devono solo sapere un po’ di cultura generale, ma anche sapere cos’è l’amore, il dolore, la felicità, la tristezza, la paura… – interviene Bimla, studentessa del Liceo della Formazione -. Però non bisogna solo “sapere”, ma anche “conoscere” questi valori e sentimenti e la scuola ci deve aiutare nel nostro cammino di conoscenza. Io posso sapere chi è il mio compagno di banco; come si chiama, dove abita, quando è nato… anche se lui non è presente. Conoscerlo, invece, vuol dire stargli accanto, condividere con lui la gioia, la sofferenza, le speranze per il futuro…”.
Francesco Perez