Da cinque anni a San Fortunato ogni mese si incontra il Gruppo di ascolto di auto mutuo aiuto per l’elaborazione del lutto e delle perdite
Al fine di riuscire a rimanere in piedi, a contatto con la realtà, presso l’Abbazia di Santa Chiara Annunziata Nuova di Scolca (sede dal 1805 della parrocchia di San Fortunato), è stato costituito un Gruppo di Ascolto, di auto-mutuo aiuto all’elaborazione del lutto e delle perdite. L’idea nasce il 25 maggio 2018, quando don Renzo Rossi ha invitato padre Arnaldo Pangrazzi, proprio a parlare di queste tematiche.
“ La solitudine attanaglia sempre di più il nostro tempo, e da soli è molto più difficile elaborare il dolore legato alle perdite, al lutto – chiarisce don Renzo, all’incontro informativo tenuto sabato 20 maggio, sul colle di Covignano – La morte è un’esperienza sconvolgente perché viene a portarci via le persone che amiamo, viene a prendere per mano i nostri cari e li porta in un oltre che non conosciamo. Il dialogo con gli altri, il confronto, sono un passo fondamentale per trasformare questo dolore.
Il Gruppo di Ascolto si mostra dunque a noi come una risorsa, in una società dove le persone, pur essendo vicine fisicamente, non riescono a stare veramente in relazione. Si tratta di un attivatore di cambiamento, dentro di noi e nelle nostre relazioni”.
Lo scopo dell’incontro è stato quello di far conoscere l’esistenza di questo Gruppo di sostegno, di questa realtà aperta a chiunque voglia partecipare, con l’auspicio
La morte è un’esperienza sconvolgente perchè viene a portarci via le persone che amiamo di istituire anche altri gruppi simili, in altre località della città.
“Ci incontriamo ogni secondo mercoledì del mese, alle 21. Condividere le nostre angosce ci aiuta a sentirci in comunione.
Si torna a casa non con il cuore leggero, ma con la consapevolezza che – però – il peso che lo opprime può essere sostenuto da più mani, da altri cuori che verosimilmente lottano le stesse battaglie”.
Quel sabato, il meteo al di fuori dell’Abbazia rifletteva, con la sua pioggia leggera, ma fitta e con il suo cielo coperto, lo stato d’animo dei partecipanti all’incontro. Volti segnati da un patimento percettibile, seduti in cerchio, a parlare e ascoltare. Presente anche il vescovo Nicolò, il quale ha espresso la sua vicinanza.
“ Per tanto tempo ho pensato che potesse essere una cosa buona, auspicabile, eliminare la sofferenza dalla nostra vita. In realtà ultimamente sto valutando l’idea che non può esserecosì. Ho impiegato anni, ad accettarlo. In un certo senso è ciò che è successo anche a Gesù, quando – ad un certo punto della sua esistenza – nell’Orto degli Ulivi disse ‘se possibile, allontana da me questo calice’. Aveva compreso che la croce, la sofferenza, erano lì, e non voleva andarci. Però, infine, si è lasciato guidare e vi si è abbandonato. Quindi anche io, invece di far di tutto per allontanarla, mi sforzo di accoglierla. Accettarla insieme, con l’aiuto di amici, parenti e confidenti, aiuta a conferirle un senso, a farla diventare una ricchezza”.
Questi giorni segnano il quinto anno della costituzione del Gruppo di Ascolto, un gruppo scevro da qualsiasi giudizio, carico di comprensione, potenzialmente un balsamo che allevia le ferite ancora aperte. Neanche il Covid era riuscito a fermarlo: ci si è riuniti tramite whatsapp e telefonate.
Proprio nel periodo della pandemia, infatti, si è aperto un ‘telefono amico’, un’alternativa al raduno fisico.
“ La condivisione è ardua, ma necessaria. – racconta don Renzo – Pensiamo a Gesù, alla sua umanità, con i suoi dolori, le sue gioie, le sue paure. Anche Lui aveva cercato comprensione nell’Orto degli Ulivi nei suoi compagni Pietro, Giovanni e Giacomo: ‘vegliate con me’, gli disse, ma loro si erano addormentati. Gesù chiedeva condivisione e Accettare la sofferenza insieme, con l’aiuto di amici, aiuta a farla diventare una ricchezza non l’ha ricevuta. Ne aveva bisogno, proprio come tutti noi. Non siamo soli.
Attorno a noi ci sono dei volti. Scoprirli è il motivo di questo Gruppo di Auto-Mutuo Aiuto”.
Per avere più informazioni si può contattare don Renzo Rossi (3288247233) oppure Patrizia Buda (3356316796).