In Posta sconfortati dopo il pagamento di una bolletta, al bar, col resto di una colazione, o in edicola, un “panino” con il quotidiano. Oppure in tabaccheria, con gli spiccioli rimasti dalle sigarette alla ricerca spasmodica del Gratta e Vinci fortunato, quello in grado di cambiare la vita. E intanto non ci si accorge che è il gioco ad avere modificato le nostre esistenze. Non è più il giocatore a cercare il luogo del gioco, ma è il gioco ora a venire incontro a braccia aperte e da tutte le direzioni ai potenziali cercatori di Gratta e Vinci e Videolottery.
Rimini è dodicesima in Italia per cifre investite pro capite nel gioco d’azzardo. Ogni riminese spende in media 1.834 euro l’anno (1.890 euro è il picco italiano). Mettiamoci pure che la percentuale dei giocatori salga pericolosamente durante l’estate per colpa dei turisti, ma il dato resta pericolosamente alto. Se incrociato con quello del Sert, il centro servizi per le tossicodipendenze dell’Ausl di Rimini, deve far perlomeno riflettere. Dall’apertura del servizio sono state prese in carico 263 persone, in netta maggioranza (il 54,8%) per dipendenza da “videogiochi tipo bar o sale gioco”, ma seguiti col 22,9% per dipendenza da lotto, superenalotto, lotterie, ecc…
“Negli ultimi 3 anni in media gli accessi sono circa 50 persone all’anno. A queste si aggiungono altre persone che hanno il problema del gioco secondario all’alcol (bevono, poi di conseguenza giocano, ndr). Il 12% sono anziani, un dato in leggera crescita. – racconta la dott.ssa Emma Pegli, referente del Sert per le attività sul gambling – Il problema, però, è che per arrivare a richiedere il nostro aiuto, le persone devono essere in grave difficoltà economica. Ci sono pensionati che si giocano tutto, e arrivano a ipotecare case. La stragrande maggioranza dei giocatori, invece, gioca tanto, ma non arriva al punto di rottura. Sono «caduti» anche diversi titolari di esercizi, vittime delle proprie macchinette. È sufficiente fare un giro nelle sale slot la mattina e vedere quante persone giocano”. Ma il vero problema si annida altrove, in una cultura che gioca con le vite degli altri. “Il gesto del gioco è stato banalizzato, – sintetizza la responsabile dell’U.O. Dipendenze Patologiche, la dott.ssa Daniela Casalboni – reso normale, quasi innocuo, il Gratta e Vinci è proposto come resto della spesa, la pubblicità è perlomeno ingannevole. La diffusione della proposta non conosce limiti. Un atteggiamento devastante”.
Come l’albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, così fa più scena la vincita al Win for life che le perdite costanti: il 20% delle somme giocate è matematicamente perduto. Non tutti “grattano” a cuor leggero. C’è anche chi scende in campo contro i giochi d’azzardo a suon di firme e di proposte alternative. Il sindaco di Rimini ci prova: “istituire l’una tantum sul gioco d’azzardo per il 2014 per non far pagare la mini Imu ai cittadini”. Andrea Gnassi sposa la tesi dei colleghi emiliano-romagnoli, ma il Governo è rimasto muto. I comuni di Cattolica, Morciano e Verucchio hanno però aderito alla campagna a contrasto del gioco d’azzardo, promosso dalla Scuola delle buone pratiche. Una strada seguita a spron battuto anche dai vicini di San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone, provincia di Forlì-Cesena ma stessa diocesi. La Chiesa riminese ha più volte messo in evidenza i drammatici risvolti sociali legati al gioco. I Comuni chiedono più voce in capitolo sulla collocazione delle sale gioco e delle slot machine nei territori, sugli orari e sulla distanza rispetto a luoghi sensibili. Savignano è persino scesa in strada nel fine settimana, portando la raccolta firme contro videopoker e slot in piazza e raccogliendo un centinaio di “autografi”. Nel solo comune di Rimini sono presenti circa 1.000 apparecchi, distribuiti in 211 esercizi, oltre a 22 sale collaudate e 222 videolotterie. “Le vlt sono devastanti. – assicura la Pegli – Molti che prima si barcamenavano, con le videolottery vano a fondo: si gioca e si perde molto di più”. Numeri importanti anche quelli di Riccione: circa 350 gli slot attivi in 61 esercizi, a cui si aggiungono un centinaio di videolottery e 6 sale collaudate.
La proposta di legge di iniziativa popolare sta facendo il giro della provincia anche per mail. “Firma e fai conoscere la petizione per legalità e riordino gioco azzardo”, è l’invito di Carlo Pantaleo (Associazione Di Comunità). Anche diverse parrocchie si sono mobilitate per lo stesso motivo. Si è costituito un comitato provinciale riminese per la raccolta delle firme, tredici sigle tra cui Gruppo Antimafia Pio La Torre, Associazione Ilaria Alpi, Masci e Anpi. Oltre ai risvolti economici più eclatanti, preoccupano anche le ore sottratte dal gioco d’azzardo al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero. E la sofferenza prodotta: psicologica, di relazione, educativa, materiale, di aspettativa di futuro.
Paolo Guiducci