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Con il carisma di Padre Pio

Si è svolto, domenica 9 novembre, il XXI Convegno dei Gruppi di Preghiera della Diocesi di Rimini.
Accolti nell’ampia Chiesa parrocchiale di Gesù Nostra Riconciliazione, dal Coordinatore Diocesano don Domenico Valgimigli e dai Volontari, i partecipanti (oltre un migliaio) hanno vissuto una giornata davvero memorabile!
Anzitutto l’intensità della preghiera nell’Adorazione Eucaristica guidata dal pensiero di Padre Pio.
Poi l’appassionata testimonianza di mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce, autentico “figlio spirituale” del Santo di Pietrelcina.
Monsignor Ruppi ha “raccontato”, in modo semplice e vivace, come Padre Pio abbia segnato la sua vita con le tre parole-tema del Convegno: pregare – (s)offrire – amare.
“Questa – ha affermato l’Arcivescovo – è la vera eredità del Santo che veneriamo.
Egli era diventato, letteralmente, una preghiera vivente, un ‘sacrificio di soave odore’ che sapeva ‘offrire’ la propria sofferenza (fino alle piaghe di Cristo sul suo Corpo), come atto d’amore, di autentica ‘carità’!
I Gruppi di Preghiera, insieme alla Casa Sollievo della Sofferenza, sono la vera eredità del Santo, perché realizzano tutte le dimensioni del Suo grande cuore!”
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Commossa dalle parole vive e incisive di mons. Ruppi, l’Assemblea si è raccolta ancora di più (se possibile) nella Concelebrazione Eucaristica, da lui stesso presieduta.
Al termine dell’Eucarestia, il saluto del vescovo, Francesco Lambiasi: “nell’esperienza di un grande Amore, ogni particolare diventa prezioso. Vi auguro di essere sempre uniti, nel carisma di Padre Pio, al Signore, alla sua Chiesa e al cuore di tutta l’umanità, che aspira a trovare Dio!.
Una bellissima canzone, tratta dal Musical “Un fremito d’ali ed eseguito da un gruppo di giovani della Compagnia Teatrale di Carlo Tedeschi, ha concluso “in bellezza” il Convegno.
Abbiamo chiesto al Coordinatore don Domenico Valgimigli una valutazione dell’avvenimento ed, anche, le prospettive che si possono già intravvedere.
“Mi sembra – dice don Domenico – che ci siano come tre momenti nella storia dei Gruppi di Preghiera della nostra Diocesi.
Quando il vescovo Mariano mi affidò l’incarico (esattamente 3 anni fa), trovai la realtà dei Gruppi un po’… ‘statica’.
Certamente essi vivevano una dimensione di preghiera, secondo il carisma di Padre Pio, ma forse in modo tendenzialmente ‘devozionale’.
Questa è la 1ª fase: bella, importante, ricca di sacrifici, di penitenza, a volte ‘commossa’ dalla devozione al Santo.
Ora, mi pare, siano in una 2ª fase: i Gruppi di Preghiera, grazie a numerose proposte lanciate a tutta la Diocesi, si sono fatti conoscere da tanti ed hanno suscitato simpatia e aggregazione.
Sto riferendomi ai vari Pellegrinaggi, Giornate di Ritiro, Adorazione Eucaristica, Incontri con Testimoni significativi, ecc…
Da ‘Gruppi di Preghiera’ stiamo diventando sempre di più strumenti d’incontro col Mistero e di esperienza di fraternità nel Signore.
È stata visibile e bella, oggi, la cordialità e la gioia con cui ci siamo salutati e accolti reciprocamente, unita alla vera ‘devozione’ verso San Pio e il Mistero che Egli ci testimonia.
Stiamo diventando un piccolo ‘movimento’ all’interno della Chiesa, in cui ci si riconosce appartenenti al ‘Corpo di Cristo’, grazie al Carisma vivo del nostro Santo, e ci si protende ad una sempre più gioiosa testimonianza a tutti.
Questo è il 3º momento.
È qui la finalità del ‘carisma’: la nostra presenza, sostenuta dal ‘dono’ di Padre Pio, è tutta tesa a collaborare col vescovo e coi sacerdoti per la costruzione della Chiesa e, attraverso di essa, per la ‘liberazione’ di tutta l’umanità. Con la stessa povertà e semplicità di un ‘umile frate che prega’”!.
(ddt)