Riccione festeggia il decennale della Caritas cittadina. Era, infatti, il febbraio del 2000, quando vennero aperti i battenti della nuova sede sulla Flaminia, nell’ex chiesina di San Paolo che serviva il quartiere Spontricciolo nella parrocchia di San Lorenzo. Determinante fu la costruzione del nuovo edificio sacro, in viale Vercelli, fortemente voluto dal parroco don Tarcisio Giungi. A dieci anni di distanza l’associazione Madonna del Mare, alla quale fa capo la Caritas cittadina, tira le somme della sua attività e organizza alcuni momenti di solidarietà e preghiera.
Momento chiave sarà la messa che il vescovo Monsignor Francesco Lambiasi celebrerà domenica 7 febbraio alle 10 nella chiesa di San Paolo. Sarà un momento di condivisione e spiritualità sia per i circa trenta volontari che ruotano attorno alla Caritas che per i riccionesi, in qualche modo coinvolti nella sua attività. A tutti, il presidente Giorgio Galavotti, lancia l’invito a partecipare, mercoledì 10 alle 20, alla cena di solidarietà (costo 28 euro) che si terrà al ristorante pizzeria Vecchia Fonte di Sant’Andrea in Besanigo al confine con Riccione. Per le prenotazioni ci si potrà rivolgere in sede oppure alle sei parrocchie di Riccione.
Il ricavato della serata servirà a sostenere le molteplici attività della Caritas che, di anno in anno si sono moltiplicate, sull’onda delle richieste. Si va dal servizio mensa alla distribuzione di viveri e vestiti, dal centro d’ascolto ai pacchi di alimenti per bisognosi, fino alle docce. Sostegni preziosi per chi non ha un centesimo in banca e per chi vive per la strada, senza un tetto e lo stomaco vuoto, ma anche per tutte quelle persone che la crisi, tuttora in atto, sta lasciando sul lastrico. Così il lavoro è sempre più impegnativo. Ne danno conferma i numeri.
Nel 2009 per mensa, docce e altri servizi alla Caritas cittadina si sono presentate circa 1.500 persone. Costituiscono una buona percentuale della somma complessiva registrata in tutti i dieci anni. Dal febbraio del 2000 al dicembre 2009 si sono presentate, infatti circa 8.000 persone. Un esercito di stranieri, residenti e clochard. Era un senzatetto anche quello accolto anni fa, e poi rimasto a lavorare assieme ai volontari fino alla sua scomparsa, avvenuta un paio di anni fa. Storie di disperazione e da libro Cuore che si potrebbero raccontare tutti i giorni. Sono quelle di pensionati soli che hanno appena i soldi per permettersi un “nido”, in cui abitare, mamme sole con figli a carico e, spesso, senza lavoro e con bollette, affitto e rette da sostenere non si sa come.
Non è solo questione di stranieri. Spesso il povero è il vicino della porta accanto, riccionese. Basti pensare che tuttora i volontari, sono impegnati a portare 70 pasti al mese a residenti in difficoltà. Elevati anche i numeri della mensa. Sono circa 4.000 i pasti forniti nel 2009. Il 52% delle persone che si sono presentate è di origine italiana, il 20% rumeni e il 28 senegalesi, tunisini, algerini e albanesi.
Nives Concolino