Erano le 4,56 italiane del 21 luglio 1969. Ogni persona che abbia almeno una cinquantina d’anni ricorda esattamente dov’era quel giorno storico di 40 anni fa, quando l’uomo per la prima volta mise il piede sulla luna. Tante le celebrazioni di questi giorni, tanti i ricordi, le testimonianze. Una particolarmente mi ha colpito. Quella di Frank Borman, il coraggioso apripista dell’impresa lunare. Non mise piede sulla luna, ma fu il primo a circumnavigarla più volte, preparando l’impresa di Armstrong e soci. Intervistato da Sergio Zavoli rispose: “L’unica cosa che mi è parsa più chiara, più nuova e più vera da lassù è che noi, lo vogliamo o no, dobbiamo vivere tutti insieme e andare d’accordo: questa è la cosa che nello spazio ho capito meglio”>. In un’altra dichiarazione sempre Borman affermò: “Vedere la Terra così com’è veramente, piccola e azzurra e bella in quel silenzio eterno dove galleggia, è vedere noi stessi come compagni di uno stesso viaggio…”
Mi sono detto: se un sentimento tale di fraternità e condivisione lo si avverte da così poche migliaia di km dalla terra, cosa potrà pensare di noi il Padre che è nei cieli, così vicino e lontano dall’uomo?
Cosa potrà pensare delle nostre guerre, dei nostri egoismi, dei nostri interessi di piccolo cabotaggio, enormi solo per noi che, con buona pace di Galileo, ci crediamo il centro del mondo, anzi dell’universo.
“Compagni dello stesso viaggio”. Già, ditelo a Calderoli e a coloro che vogliono preservare la razza padana dall’invasione degli alieni con leggi discriminatorie.
Ditelo a chi scatena guerre nell’Africa per il controllo dei diamanti o a chi accumula fortune provocando la fame e la miseria di un terzo dell’umanità.
Ditelo a chi passa con il rosso perché ha un affare da concludere e colpisce con la falce della morte una mamma col bambino che attraversa la strada.
Quanto siamo piccoli noi uomini nella nostra stupidità.
Comunque se per curare l’egoismo, cancro dell’umanità, bastasse salire di qualche Km sul cielo, proporrei al presidente Berlusconi di fare il prossimo G8 sulla luna. E finché non combinano qualcosa di buono di lasciarceli tutti lì.
Giovanni Tonelli