Bandiere ammainate. Pezzi di storia giunti al capolinea, non senza rimpianti. La crisi continua a fare le scarpe a tanti negozi storici del centro di Rimini, “Gori Calzature” e non solo. Ma gli strali dei commercianti colpiscono anche la pressione fiscale e impositiva sempre più insostenibile, e un centro storico in grande sofferenza.
La lista degli addii eccellenti è lunga, lunghissima. E mette tristezza, anche per la storia personale e imprenditoriale di tanti negozi che han fatto la storia del commercio cittadino.
Un esempio? Gori Calzature ha iniziato l’attività nel 1931, dal 1962 in pianta stabile in corso d’Augusto. Dal 1 gennaio serrande abbassate. “A fine anno scadeva il contratto d’affitto, con la situazione attuale non ce la siamo sentiti di affrontare un rinnovo. – allarga le braccia Pierpaolo Gori, con la moglie Silvia quinta generazione a commerciare in calzature con quel cognome – Un vero peccato che una piccola bottega famigliare come la nostra non riesca a sopportare costi d’affitto importanti e contemporaneamente il calo delle vendite”. Senza dimenticare che in centro, “checché ne dicano gli amministratori, arrivare resta difficile”.
L’iniziatore della dinastia Gori è stato il bisnonno Pietro, “ciabattino” a San Mauro Pascoli nel primo Novecento. Girava in calesse (e con la pistola alla cintura per scoraggiare i briganti) Cesena, Forlì e Rimini per vendere scarpe: a due passi dal Ponte di Tiberio piantò i suoi “chiodi”.
Signori, si chiude. Capolinea anche per Rosa e Blu (via Cairoli), dopo 22 stagioni di onorato servizio. Per i coniugi Leopoldo Cammarano e Velleda Saporiti, in coppia anche al timone del negozio di biancheria per casa e arredo: “gli incassi si sono ridotti della metà negli ultimi tre anni e mezzo”. Il corredo nuziale, ad esempio, spesso è solo un ricordo, al massimo si acquistano quattro pezzi. La qualità – specie tra i giovani – non paga più, almeno in questo settore merceologico, la pressione fiscale è insopportabile e l’arrivo di mercatoni, iper, outlet e centri commerciali ha rappresentato una mazzata per negozi di questo tipo. Chiusura con rammarico, dunque: “A 16 anni ho iniziato in questo settore alla Casa del Corredo. – mancano solo le lacrime a Cammarano – Abbassare per sempre le serrande, a 75 anni e dopo una vita trascorsa tra biancheria e arredo, è come rinunciare ad un pezzo della nostra vita”. Unica consolazione: lo spazio liberato da “Rosa e Blu” sarà occupato dalla confinante Libreria Riminese, che in occasione dei 25 anni di attività ha deciso di allargare i suoi spazi. Fa armi e bagagli il (quasi) dirimpettaio Conti Camiceria, sempre in via Cairoli, e saluta pure City Tank (via Sigismondo).
Quello dell’edicola di piazza Tre Martiri è un altro storico addio. A dicembre Marisa Nicoletti ha venduto l’ultimo quotidiano dopo un quarto di secolo, aiutata da mamma Berta e babbo Tullio. “Chiusa quella pagina, se ne apre un’altra, in famiglia”. Non è riuscito a tagliare il 45esimo anno di carriera Prodotti per agricoltura, giardinaggio ed enologia di Agostino e Paola, in piazza Malatesta. “Chiusura attività” recita il cartello. Paola ha un groppo in gola: “età pensionabile raggiunta da mio marito, problemi di salute e tassazioni ingiuste sono le cause dello stop”. E pensare che dal trasloco del mercato (“Una barriera insormontabile per il negozio”) aveva guadagnato in visibilità e vendite. Non è stato sufficiente. Serrande abbassate per sempre. “Una decisione presa con la testa, non con il cuore. Affittiamo i locali ma solo per altri generi merceologici. – è triste Paola – L’attività chiude con la fine della nostra storia”.
Paolo Guiducci