Estate, tempo di campeggi e di campi scuola per eccellenza.
Come prepararsi per queste avventure, momenti di socialità, di formazione e di crescita personale?
Alessandro Ceccarini, educatore della parrocchia di San Gaudenzo, ha pensato a quelli che stanno dall’altra parte, cioè ai formatori, agli animatori, agli educatori. È nato così l’intrigante e utilissimo Il campeggio dell’amore, come una guida più di una guida (edizioni ilPonte).
Come nasce questa guida per campeggi e campi scuola?
Per realizzare un libro del genere, dovresti venire da una lunga esperienza sul campo… “L’idea di un libro sui campeggi nasce dalla sfilza di campi che ho vissuto da adolescente fino ad oggi. A casa ho tutti i libretti e i computer pieni di file e mi sono detto: «Con tutto questo bagaglio e disordine prima o poi potrei scrivere un libro». Tuttavia, il pensiero va sicuramente al mio primo campeggio. Avevo diciassette anni e mi spinsero a partecipare il mio migliore amico e la mia migliore amica. Mi volevano bene anche se a volte ero bersaglio dei loro scherzi, ma io all’epoca ero abbastanza solo e un po’ bullizzato e avevo una grande paura dei gruppi. Alla fine ho ceduto e mi sono buttato. Fu la mia sliding door, una delle chiamate decisive della mia vita e del mio percorso spirituale. Non solo vissi una settimana fantastica, in cui mi sentii apprezzato e valorizzato, ma conobbi un prete buono e accogliente come don Concetto Reveruzzi, la realtà giovanile di San Gaudenzo, capìi che esisteva una Chiesa di giovani e per i giovani, l’ambiente in cui sarei voluto entrare attivamente”.
Ogni campo che si rispetti contiene un aspetto ludico ed uno spirituale. Il libro vive questa doppia anima?
“Sì, il cuore di un campeggio cattolico sono certamente i momenti mirati all’incontro con Dio da vivere in solitudine e condividere in comunità.
Ma anche le attività sportive, i giochi, i servizi, le camminate e i momenti non strutturati hanno la loro importanza nella crescita e nella conoscenza
degli altri. Quindi anche il libro si divide in tre sezioni: i giochi, le catechesi e lo zaino, ovvero cosa mettere in valigia, tra spunti, promemoria, consigli di luoghi da visitare, escursioni, suggerimenti musicali, cinematografici e animazioni varie”.
In realtà, gli spunti possono essere raccolti anche per due-giorni, convivenze, centri estivi e oratori.
“Certamente la parte di animazione è buona non solo per campeggi, ma anche per momenti ludici parrocchiali e non, tipo per compleanni, lauree e momenti aggregativi anche laici”.
Giochi tradizionali ma anche attività nuove. È vero che alcuni giochi li hai inventati tu?
“Ho realizzato una selezione di trenta giochi, alcuni da interni e altri da esterni scegliendoli tra quelli che mi piacciono di più e che ho visto funzionare molto bene. Alcuni sono adattamenti di giochi televisivi come ‘Campioni di Ballo’, e altri sono classici come la ‘Palla avvelenata con i draghi’. Un po’ di giochi sono tratti dalla tradizione inglese e li ho imparati andando in vacanza studio in Gran Bretagna o insegnando, come la ‘Egg Rolling Competition’.
Alcuni sono nuovi o rari e qualcuno l’ho inventato io. Un ‘Fotoquiz’, ad esempio. Si dispongono dei cartelli con delle foto in una sorta di percorso da una partenza ad un arrivo. In base alla foto una squadra sceglie un cartello e prova a rispondere alla domanda. Se Alessandro Ceccarini ha scritto Il campeggio dell’amore: giochi, catechesi e zaino utili per realizzare campi, due giorni e convivenze risponde esattamente va avanti e avrà poi un cartello successivo, dando vita ad un tragitto che non si sa a quali foto e quindi argomenti si arriverà per arrivare al traguardo finale. Se si sbaglia conviene cambiare foto su tematiche che si pensa di conoscere meglio. Comunque tutti i trenta giochi che ho selezionato sono stati provati e hanno avuto successo!”.
Ma i campeggi parrocchiali o di associazione sono in crisi?
“Grazie a Dio i campeggi parrocchiali non sono affatto in crisi. Penso ai campo scuola giovanissimi dell’AC di settembre, che in questi ultimi anni ha portato ogni volta circa un migliaio di adolescenti in campeggio. Forse quella che è un po’ in difficoltà è la partecipazione dei ragazzi alle attività parrocchiali durante tutto l’anno. Dal mio punto di vista se momenti ‘forti’ come il campo sono molto gettonati, bisognerebbe puntare di più su questi, in tutti i vari gruppi di Chiesa”.
Hai dedicato il libro ad alcune persone.
“Ai miei due zii Claudio ed Emilio, che assieme alla mia famiglia mi hanno permesso di partecipare ai campi, perché per poter dire sì a questa chiamata ci devono essere le condizioni giuste, anche a livello famigliare, economico, pratico, organizzativo.
E poi volevo dedicarlo a Elisa Pasini, meravigliosa animatrice della parrocchia di San Raffaele di Rimini, che conobbi al mio ultimo campo da animato. Fu per me un grande punto di riferimento di animazione e vita cristiana. Purtroppo pochi anni dopo è scomparsa prematuramente a causa di una malattia molto aggressiva, ma ha lasciato un segno indelebile in tutti quelli che l’hanno conosciuta”.
Ceccarini, perché questo titolo?
“Quando io e i miei migliori amici tornammo da quel primo campeggio, scherzavamo tra noi e con le persone che avevamo conosciuto e con cui creammo una grande compagnia interparrocchiale e dicevamo sempre che ci avevamo lasciato il cuore in quel campeggio e che era stato, e lo dicevamo col sorriso, «Il Campeggio dell’amore»! Penso che tutti possano dire di aver sperimentato l’amore in campi e campeggi, in tutte le sue forme. Da qui la scelta quasi obbligata del titolo”.