Come ti rubo sotto gli occhi

    Destrezza, abilità, sfrontatezza. Sono le innegabili doti di coloro che, pur essendo a tutti gli effetti dei ladri, al giorno d’oggi vengono comunemente definiti taccheggiatori. Spauracchio dei supermercati ma anche dei grandi magazzini, dei negozi, delle bancarelle, dei mercati rionali, i “manolesta” fanno manbassa di merce e molto spesso non agiscono da soli. Malviventi che negli ultimi anni sono aumentati a dismisura. Anche nella nostra provincia. Noi abbiamo fatto un giro tra i commercianti per cercare di capire chi siano e che cosa rubino.

    Spendibene
    Il primo esercizio in cui siamo entrati è lo “Spendibene”.
    “A Rimini ho due attività – sottolinea il titolare – e spesso ci accorgiamo che manca della merce. Si tratta di oggetti di piccola taglia, tascabili e costosi che vengono rivenduti a poco prezzo. La domenica, per esempio, c’è il mercatino russo: uno straniero aveva rubato tutte le confezioni di lamette «Gillette Mac 3Fusion» che costano circa 12 euro, le aveva rivendute a sette euro. Ma questo è solo un esempio”.

    Conad Euromarket
    Altro giro, altre lamentele.
    “Pensavo di fare il commerciante e invece dopo 30 anni mi ritrovo a fare il poliziotto all’interno del supermercato – si sfoga Rossano Ferrini del Conad Euromarket all’interno del mercato coperto – non era nella mia natura, ma ho dovuto indurire il mio carattere perchè qui bisogna essere preparati a tutto. A volte ci minacciano e corriamo il rischio di prenderle. A Rimini la malavita sta veramente dilagando, è una piaga sociale”.
    A quanto ammonta il danno economico in un anno?
    “Premesso che ci accorgiamo solo di 1/10 di quello che ci sparisce, diciamo che per difetto siamo sui 30mila euro. Ogni tanto riusciamo a fermare qualcuno, facciamo regolare denuncia, ma sa come va a finire? Che il giorno dopo sono di nuovo qui”.

    Conad
    Sulla stessa lunghezza d’onda è Yury Pancotti, titolare del Conad sotto la «Coin».
    “Chiamo le forze dell’ordine, faccio denuncia, ma questi disgraziati non subiscono pene, non scontano carcere, non vengono puniti. Qualche volta mi sono dovuto far accompagnare a casa dai colleghi perchè mi avevano pesantemente minacciato. Ci sentiamo abbandonati, non vediamo mai una divisa che faccia un giro da queste parti. Siamo preda degli ubriaconi che rubano decine di bottiglie di liquori che poi rivendono ad un bar, poi ci sono casi strani, tipo la casalinga romagnola che prende l’arrosto al banco e poi lo infila nella sua borsa; le badanti che nascondono creme di bellezza nella borsetta e qualche anziano che si frega il salame”.

    La Moderna
    Insomma, una strage. E se pensate che i ladri facciano manbassa solo nei supermercati, vi sbagliate di grosso. Basta scambiare due chiacchiere con Danilo Ugolini, titolare della cartolibreria «La Moderna».
    “Io curo la libreria e mi sono accorto che c’è qualcuno che ruba esclusivamente libri «Einaudi», ma il negozio è vasto e gli articoli sono migliaia e questa è gente di una sfrontatezza inaudita. Anni fa hanno rubato una macchina da scrivere elettrica, lasciando a terra l’imballo in polistirolo e la scatola”.
    Furti che naturalmente comportano perdite elevate.
    “Ci hanno per fino rubato una bellissima penna in oro da 5 milioni di lire. Ma è durante il periodo scolastico che c’è da tremare; c’è una ressa indescrivibile e purtroppo capita spesso che svariati oggetti escano dal negozio senza essere pagati”.

    Mercato
    Ma il luogo deputato numero uno a essere saccheggiato è il mercato del mercoledì e del sabato.
    “A volte, mentre si serve un cliente, un altro allunga la mano e ruba – sottolinea Samuele Grossi che in piazza Cavour vende borsette, cinture, portafogli e accessori in pelle – l’articolo più ambito è il portafogli in pelle (valore circa 20 euro) mentre le borsette le teniamo appese apposta in alto”.
    A quanto ammonta il danno in un anno?
    “Sicuramente più di 350 euro”.
    In piazza Malatesta c’è Cristina, commessa in un bancarella di cappellini, sciarpe, borsette e bijoux. “Più l’oggetto è piccolo, più è facile nasconderlo. Poi, con la scusa di provare, rimane addosso senza essere pagato”.
    Sono donne?
    “In prevalenza sì, ma è gente che si può permettere di spendere. Una volta ne ho inseguita una molto distinta fino all’ospedale… era una dottoressa”.
    Andiamo al banco di Patrizia Tosi che espone abbigliamento di classe: capi in lana, giacche, cappotti, maglieria e accessori, compresa la bigiotteria.
    “Purtroppo l’altro giorno mi hanno rubato un bel cappotto da 150 euro. Qui non ci salviamo. Non ci si può permettere neanche di voltare lo sguardo, che rubano. Una volta giravano i vigili, la Finanza, adesso non si vede una divisa”.
    In un anno a quanto ammonta il suo danno?
    “Circa mille euro”.
    Poco dopo incontriamo William Torroni che ha un banco di pigiameria, intimo uomo-donna, vestiario bimbo).
    “Sono furti abbastanza strani e mirati; l’ultimo è un pigiama da donna taglia 50 che mi hanno rubato, con stessa taglia e colore, in 3 diverse città. Fra tutti i mercati che faccio, la piazza peggiore è Rimini! L’anno scorso mi hanno rubato più di mille euro di merce. Nel furto, i ladri sono coscienziosi: scelgono misura, modello e la miglior qualità!”.

    Laura Prelati