Lo vedi tenere corsi di cinema d’animazione nelle scuole, far divertire i bambini in quella giocosa invenzione del Cartoon Club che è il “Giocamurales”, oppure insegnare le tecniche di montaggio. A Rimini, per via del cognome che rimanda subito ad una famiglia di artisti (il padre Enzo è pittore illustratore noto, la mamma Lidia dipinge pure lei) Maneglia non è uno sconosciuto ma pochi sanno che sotto quel cuore di Riccardo batte uno dei più importanti jazz-cartoonist del mondo. Un autore insomma più volte invitato al festival del Jazz Cinema di Kansas City, dove ha presentato uno in fila all’altro i suoi video jazz d’ispirazione astratta sui grandi musicisti contemporanei, fresco vincitore del “Premio Cinitalia VAM Fest 2009”, riconoscimento destinato agli “autori che hanno rappresentato il tema dell’arte per mezzo audio visivo” riconosciutogli dal VAM Fest – vercelli Art Movie Festival.
In Piemonte, Riccardo Maneglia da Rimini ha presentato in anteprima Pollockoko, video dedicato al pittore Jackson Pollok. Ma l’opera sulla quale l’autore riminese è concentrato è un’impresa unica nel suo genere: il primo lungometraggio sulla storia del jazz dalle origini ai giorni nostri. Una fiction in half-animation (o pittura in movimento), con un tratto che ricorda il Corto Maltese di Hugo Pratt. Maneglia intende partire dagli schiavi africani per arrivare ai grattacieli di Manhattan, passando attraverso le piantagioni di cotone del Sud degli States, il brulicante porto di New Orleans, le bische clandestine di Kansas City, il tutto commentato dalle registrazioni originarie della grande musica afroamericana: work song, spiritual, blues, ragtime, il “jass” primigenio. In questa impresa (di cui ha già realizzato 30 minuti) è affiancato dall’esperto Guido Michelone, “scrive i commenti alle immagini, in forma poetica. Parole che creano altre immagini”.
Nato a Rimini quasi 42 anni fa, Maneglia si è diplomato all’Istituto d’Arte di Urbino. Con i suoi lavori ha partecipato a festival d’animazione, jazz e cinema di tutto il mondo, da Ginevra a Lucca, da ROUND di Rimini al Jazz Film Festival di Milano fino al WDNA’s Fifth Annual Jazz Film Festival in Coral Gables, Florida, ottenendo numerosi riconoscimenti: il primo premio al concorso di Imola “Area Clip Off” nel 1992 e nel 1993, a Gorizia nel 1999, a Parma nel 2000, il secondo classificato al Jazz Image di Roma (1996) e al “Video-time 5’” di Treviglio (1998 e 2001). Il Denver Jazz Film Festival di Denver, nel 2000 gli ha dedicato una personale dal titolo “Musicaimmagina”. I suoi video sono stati trasmessi da Video Music Italia e Rai 3.
“Queste opere sono un piacere, ma non sai mai dove arrivano, quale platea possono incontrare. In pratica, non hanno sviluppo. – è l’amara confessione di Maneglia – In Italia le arti nascono, crescono e vivono in cantina, al contrario di molti Paesi esteri, e cioè è triste”. “Ufficialmente” l’autore si guadagna da vivere come grafico pubblicitario, ma è pure impegnato su e giù dal palco con il Banjam Teatro, di cui è uno dei fondatori. “C’era un capannone alla Grotta Rossa, l’abbiamo affittato e ristrutturato, ora è diventato «Il Mulino di Amleto», un teatro”. E tra un frame e l’altro ha trovato persino il tempo di realizzare la bellissima sigla di Cartoon Club, quella che apre le serate del festival riminese, per le musiche di Raoul Casadei. All’insegna della riminesità, anche la nuova impresa alla quale lavora: insieme all’amico e concittadino Massimo Modula, infatti, Maneglia realizza il disegno animato per una favola teatrale di Pino Insegno. “Ma non chiedetemi come e quando: adesso disegno, quando diventerà realtà sarà una sorpresa per tutti”. Professore, grafico, animatore, attore: Maneglia, cosa farà da grande? “Mi piacerebbe disegnare, da professionista. O è solo un sogno?”.
Paolo Guiducci